A Scilla la devozione verso San Rocco ha origini antichissime. Alcune testimonianze, affermano che nei momenti di difficoltà, gli scillesi si sono sempre affidati all’intercessione del loro Santo Patrono con fede e devozione. A tal proposito voglio raccontare un episodio di grande devozione verso San Rocco. Nel 1939 mio nonno, Salvatore Briganti, venne chiamato in guerra e vi rimase per sei lunghi anni. Da quello che racconta mia nonna Pasqualina, sua sposa, quando il nonno partì, lasciò lei e il loro primogenito Giuseppe, che allora aveva appena tre mesi. Nell’arco di questi sei anni, il nonno fu prigioniero in Egitto, Marocco e poi in Inghilterra. L’unico mezzo di comunicazione che lo legava a mia nonna, erano le lettere. Quand’era in Egitto, il nonno mandò una lettera a casa, nella quale, pur essendo in prigionia, rassicurava mia nonna sulle sue condizioni di salute e chiedeva di avere inviato un pacco con degli indumenti nuovi per potersi vestire. Subito la nonna lo mandò. Dopo di ciò, per circa un anno, nonna Pasqualina non ricevette nessuna notizia del nonno, ed ormai si era rassegnata all’idea che fosse caduto in prigionia. Ma un bel giorno, un signore, bussò alla sua porta, portandogli una lettera. Era il nonno che scriveva, rassicurando la nonna ed informandola che era stato trasferito in Marocco e che il pacco richiesto non lo aveva ricevuto. La permanenza in Marocco durò circa tre anni, fino a quando nel 1944 venne nuovamente trasferito, questa volta in Inghilterra.
Qui i soldati erano impegnati a svolgere diversi lavori e mio nonno venne messo a lavorare la seta. Nel tempo libero sentì il bisogno di creare “un’opera d’arte”, se così la possiamo considerare ! Al termine della guerra, quest’opera il nonno la portò a casa con se. Era il novembre del 1945 e al suo arrivo, come racconta la nonna, aveva sotto braccio un pacco all’interno del quale era avvolto un bellissimo quadro con raffigurata l’immagine di San Rocco. Nonno Salvatore, nel raccontare tutti gli episodi della guerra e degli anni di prigionia, affermò che proprio nei momenti di maggiore difficoltà, sentì il bisogno di avere tra le mani qualcosa che lo avvicinasse al Santo di Momptellier, e non possedendo sue immagini, con della seta creò un bellissimo quadro che raffigurava la bellissima statua che Scilla possiede, quadro che tuttora è appeso nella camera di mia nonna. Ciò a testimonianza della grande devozione che da tempo immemorabile, il popolo scillese ha nei confronti di San Rocco, una figura esemplare, importante e rilevante per la vita di ognuno di noi.
Salvatore Briganti
Salvatore Briganti
2 commenti:
Voglio ringraziare personalmente il mio caro amico Salvatore per aver riportato la splendida tesimonianza di suo nonno sul nostro blog. Fa veramente un bel effeto sentirsi raccontare oggi alcune esperienze di un tempo, soprattutto di quelle persone che nei momenti difficili hanno seguito un unica strada, quella del Signore.
Naturalmente mi riferisco a tutti, se qualcuno vorrebbe scrivere delle testimonianze personali o quant'altro, ci può contattare agli indirizzi riportati alla fine del blog.
saluti alessandro delorenzo
grazie a tutti i miei amici ke hanno voluto ke questa testimonianza fosse pubbicata.in modo particolare a rocco e alex. SALVATORE
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