Vieni, Santo Spirito,manda a noi dal cieloun raggio della tua luce.
Vieni padre dei poveri,vieni datore dei doni,vieni, luce dei cuori.
Consolatore perfetto,ospite dolce dell'anima,dolcissimo sollievo.
Nella fatica, riposo,nella calura, riparo,nel pianto conforto.
O luce beatissima,invadi nell'intimoil cuore dei tuoi fedeli.
Senza la tua forza,nulla è nell'uomo,nulla senza colpa.
Lava ciò che è sordido,bagna ciò che è arido,sana ciò che sanguina.
Piega ciò che è rigido,scalda ciò che è gelido,sana ciò ch'è sviato.
Dona ai tuoi fedeliche solo in te confidanoi tuoi santi doni.
Dona virtù e premio,dona morte santa,dona gioia eterna.Amen.
(Sequenza, dalla liturgia della solennità di Pentecoste)
Con la domenica di Pentecoste si conclude il tempo più solenne e più pieno dell'anno liturgico cattolico: il tempo di Pasqua. Il tempo, cioè, nel quale Dio ci svela - a "tappe" - una parte importante del Mistero della Salvezza eterna e, quindi, del senso della nostra Fede, assicurandoci, con la fine di questo percorso - proprio con la Pentecoste - che non ci lascerà soli, avendoci inviato il Suo Consolatore - lo Spirito Santo - che sarà sempre con noi.Il termine deriva dal greco antico e significa, letteralmente, "la cinquantesima giornata": tanti, infatti, sono i giorni che la separano dalla Pasqua.Così come la Pasqua, anche la Pentecoste ci è tramandata dagli Ebrei "nostri fratelli maggiori" (Giovanni Paolo II, 1986), sia pur con significato diverso anche se accomunato dall'amore-attenzione di Dio per il suo popolo. Per gli Ebrei, la Pentecoste è la giornata del ricordo e del ringraziamento a Dio per i tanti doni che ha fatto al suo popolo, a cominciare dal più importante: le Tavole della Legge di Mosè.E così come la Pasqua, anche la Pentecoste celebra un cruciale avvenimento raccontato da San Luca negli Atti degli Apostoli: la discesa dello Spirito Santo su Maria Madre di Gesù e sugli Apostoli.L'immagine di tale discesa fornitaci dall'Evangelista è dirompente: un forte vento si abbatte fin dentro la casa dov'erano riuniti. Ne nascono delle lingue di fuoco che, dividendosi, si poggiano su Maria Santissima e su ciascuno degli Apostoli. A questo punto lo Spirito Santo dà loro la facoltà di esprimersi nelle lingue più disparate, tanto che i fedeli delle più varie nazionalità - giunti a Gerusalemme in occasione della Pentecoste degli Ebrei - hanno tutti la possibilità di comprenderli, cosa che non manca di stupirli.La definizione dogmatica della Santissima Trinità come di "Un Solo Dio in Tre Persone uguali e distinte" - e, quindi, anche la canonizzazione della Solennità di Pentecoste - dovrà attendere i Concili dei primi secoli e la prima affermazione di un minimo di autorità della Chiesa cattolica per far fronte alle innumerevoli eresie ma, come si vede, essa è "in nuce" già presente nelle Sacre Scritture, con l'avvento dello Spirito Santo del quale, prima dell'episodio della Pentecoste, parla lo stesso Gesù quasi annunciando l'episodio stesso mentre promette ai suoi discepoli che presto invierà loro il Consolatore.Nei Vangeli e negli Atti, come in parte abbiamo visto, lo Spirito Santo è presentato quasi sempre sotto forma di vento o - meglio - di "soffio", oppure di vero e proprio fuoco, immagine naturalmente associata alla Divinità dagli esseri umani di tutti i tempi e luoghi.Lo Spirito Santo è "principio di santificazione dei fedeli, di unificazione della Chiesa, di ispirazione negli autori della Sacra Scrittura. È colui che assiste il magistero della Chiesa e tutti i fedeli nella conoscenza della verità (è detto anche 'Paraclito', cioè 'Consolatore')." (vedi: http://www.santiebeati.it/dettaglio/20266). Tra i suoi innumerevoli doni, sette sono particolarmente preziosi: "sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà e timore di Dio".La celebrazione della Solennità prevedeva inizialmente un Novenario, poi ridotto ad un Triduo e, quindi, a due giorni finché anche il lunedì di Pentecoste è stato soppresso dalla Chiesa nel secolo scorso: esso rimane, tuttavia, come ricorrenza civile in Francia e in alcune Nazioni a maggioranza cristiano-protestante.La rappresentazione sacra dello Spirito Santo e dell'episodio pentecostale ha ricalcato la descrizione neotestamentaria come prova, ad esempio, la splendida pala d'altare "Pentecoste" o "Discesa dello Spirito Santo" del 1799, opera di Francesco Celebrano (vedi: http://it.wikipedia.org/wiki/Francesco_Celebrano), custodita nella chiesa dello Spirito Santo di Scilla, quartiere di Marina Grande, ed oggi sottoposta a gravi rischi di danneggiamento, causa umidità, stante la pervicacia nel voler tener chiusa - impedendo, quindi, il normale ciclo di aerazione - la chiesetta tardobarocca, ben prima dell'inizio dei lavori di restauro e tutt'ora che sono in gran parte terminati.La chiesa dello Spirito Santo è una delle tante inequivocabili testimonianze dell'attitudine degli scillesi di fare di Maria Santissima e delle Sante e dei Santi di Dio non degli idoli - lignei, marmorei o cartacei - ma dei testimoni dell'azione di questo Spirito divino. D'altra parte cos'è, se non proprio lo Spirito Santo, quel fuoco che nelle rappresentazioni figurative, associato alla dicitura "Charitas", incendia il petto di San Francesco da Paola, santo venerato, non a caso, proprio nella chiesa di Marina Grande?
Giovanni Panuccio
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