Come è nato il blog "scillachiese"?

Questo blog nasce dalla fede e devozione che,
questo piccolo gruppo di ragazzi,
ha verso le proprie chiese
e ciò che rappresentano.

30 novembre 2008

Sant'Andrea Apostolo



Oggi è la solennità di Sant'Andrea, apostolo di Gesù. Egli fu il primo tra gli apostoli ad essere chiamato, lo stesso apostolo essendo già un seguace di San Giovanni Battista assistette al battesimo di Gesù nel Giordano. Successivamente venne invitato da Gesù insieme al fratello Simone (San Pietro) a divenire "pescatori di uomini". Dopo la resurrezione Sant'Andrea portò la parola di Gesù in tutta l'Asia Minore ed in Grecia dove il 30 novembre del 60 d.C. a Patrasso venne Crocifisso in una Croce a forma di X che da allora venne chiamata croce di Sant'Andrea. L'Apostolo Andrea è Patrono di tutte le chiese ortodosse ed in particolare del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli.
S. Andrea è patrono anche dei pescatori, di conseguenza Scilla ed in particolare i pescatori, nella chiesa di Porto Salvo elevarono un altare in suo onore, di cui oggi rimangono parte dei marmi e la pala d'altare.
Ogni anno ricordano i pescatori veniva celebrata la solennità dell'Apostolo con un Santa Messa alla quale prendevano parte tutti i pescatori e i devoti.
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Costantino Alfonzetti




29 novembre 2008

Inizia la Novena alla B.V. Immacolata


Domattina inizia la novena alla Beata Vergine Maria, venerata nella sua Immacolata Concezione.
Inutile dire che questo è un momento importante della vita Cristiana della nostra comunità. Come ogni anno affolleremo la chiesa matrice iniziando la giornata alle cinque del mattino con il Santo Rosario in parte cantato, subito dopo si intonano gli antichi canti devozionali alla Beata Vergine seguite dalla Santa Messa. Buon inizio novena a tutti.

Riportiamo le parole d'augurio che il nostro Arciprete ci ha rivolto.


La Bellezza di Maria Immacolata si offre anche quest'anno alla fede e alla pietà della nostra brava gente. Come parroco sento insieme la trepidazione e il profumo della "Primavera" durante i miei primi passi, in questa splendida terra di Scilla e con viva gratitudine al Signore vi invito numerosi. Sono certo che guardando a Lei, la Madre di Tenerezza, in questo particolare Anno Paolino, sappiamo anche noi essere annunciatori del Vangelo con il cuore rinnovato dal candore
della sua dedizione sponsale.

24 novembre 2008

"QUESTA NOTTE SARA' NATALE"

Iniziativa in memoria della piccola Natalia Scarfone

Antonio Pirrotta ci scrive:


Giorno 30 novembre alle ore 18,00 presso il salone parrocchiale di Scilla, vi sarà la presentazione del libro in memoria di Natalia Scarfone.
"QUESTA NOTTE SARA' NATALE"
Certi della vostra partecipazione,
vi aspettiamo.

Antonio Pirrotta
info@scillaweb.com

20 novembre 2008

Cenni storici sulla chiesa Madre di Scilla


Sono incominciati i lavori di rifacimento e abbellimento della chiesa di Maria SS. Immacolata la “Matrice”.
I lavori di cui si sta occupando la ditta Edil Art del Geom. Martello Giuseppe, consistono nel rifacimento ed abbellimento delle colonne interne come pure l’abbassamento dell’altare maggiore in quanto con la sua altezza impedisce la visione di parte del meraviglioso mosaico. I lavori più importanti però sono la chiusura ad arcate e la costruzione di un soppalco dei locali alti detti matronei, che in seguito saranno sede di un museo parrocchiale il quale dovrebbe ospitare una pinacoteca dei molti arredi e statue sacre. La Matrice e una delle più vecchie chiese di Scilla ed ha sempre occupato lo stesso sito ( una volta chiamata piazza Santa Croce ) Nel Tempo fù distrutta dai vari terremoti e rifatta, grazie all’operosità degli scillesi, sempre più bella. In età Bizantina era intitolata alla madonna D’Itria, mentre all’epoca Normanna aveva il titolo di Santa Maria della Cattolica. Scilla nel sedicesimo secolo, aveva sostituito la vecchia chiesa di san Pancrazio, come centro di culto, una chiesa molto più grande che misurava palmi 114 per 43. Essa fu rovinata dal terremoto del 1599 ed in seguito ricostruita più grande ancora palmi 240 per 85 . La sua forma era a croce latina sormontata da cupola , a tre navate con archi poggiati su sedici colonne, di marmo di Carrara, sormontata da capitelli corinzi e fù dedicata a S. Maria Immacolata . Aveva molti altari, di marmo e su quello principale troneggiava, una statua dell’Immacolata . con Angeli, scolpita in marmo la stessa che si trova tuttora nella facciata. Il Minasi a questo proposito, afferma che “nel tutto, questo tempio era uno dei più ricchi che in quel secolo si ammiravano in Calabria”.
La bellissima chiesa fu danneggiata dal terremoto 1783 fu riedificata nel 1822, con le offerte dei fedeli, e inaugurata nel 1825. In seguito a nuovi danni, fu riedificata ex novo in stile neoclassico nel 1837 e splendidamente decorata nel 1854 mentre opere di abbellimento furono eseguite 1878. Ancora un cataclisma la distrusse quasi completamente, il terribile terremoto del 1908. Nel 1908 fu riparata in muratura e ricoperta e ricoperta con deturpanti lamiere della bella chiesa non restava altro che le muratura laterali e la facciata, peraltro quasi priva dei due stupendi campanili laterali. Il 14 giugno 1958, grazie all’impegno profuso da Mons. Santo Bergamo, Architettata dall’ing. Leoni, venne posta la prima pietra. Viene consacrata con grande tripudio e fervore di popolo scillese, da Mons. Ferro Arcivescovo Metropolita di Reggio Calabria, l’11 febbraio 1970. In Questo ultimo decennio, molto si è fatto per le nostre chiese grazie all’impegno del nostro caro Arciprete Don Mimmo Marturano, abbiamo visto la chiesa di San Rocco, il grandioso mosaico nella chiesa –madre , le restaurazione delle chiese di Porto Salvo e San Giuseppe di cui continuano i lavori e gli ultimi interventi nella chiesa Matrice. Rimane ancora molto da fare , dalla facciata della chiesa Madre, ai numerosi interventi di restauro, perciò, sperando nella divina provvidenza e nel popolo di Scilla, che ha sempre contribuito tanto generosamente al decoro ed allo splendore delle sue chiese, ci auguriamo di vedere presto anche la chiesa dell’Immacolata ritornare all’antica bellezza.
di Placido Cardona
(Articolo tratto dal periodico per Scilla "SKILLEA OGGI", supplementoalla rivista Scilla – N°3, marzo 1997, Arbitrio Editori)

14 novembre 2008

Un giorno di preghiera a Roma con San Rocco

Il gruppo di Scilla "Amici di San Rocco" anche nel periodo estivo, nel corso dei festeggiamenti in onore del Santo Patrono, ha continuato nel proprio impegno mediante la preparazione e l'espletamento di attività ludiche (tiro alla quartara, corsa con i sacchi, tiro alla fune), la realizzazione di un video cd riguardante la vita e il culto di San Rocco a Scilla e l'invio di euro 150.00 per la costruzione di un pozzo in Burkina-Faso Africa. Queste attività hanno trovato favorevole consenso nei cittadini tutti. Finita la pausa estiva, il gruppo, il 23 ottobre 2008, ha riprerso il proprio cammino spirituale con il pellegrinaggio di fede verso il Santo recandosi, in gran numero e anche con la presenza del sindaco della città alla Chiesa Arciconfraternita San Rocco a Roma per vivere insieme a tanti altri pellegrini, giunti da ogni parte d'Italia, e anche dalla Spagna, momenti di preghiera, e di gioiosa compagnia uniti dal culto verso San Rocco. Prima tappa del viaggio è stata la città di Assisi con l'ascolta della Santa Messa alla Basilica di San Francesco, da notare che San Rocco, come San Francesco, ha improntato la propria vita tutta all'ideale della povertà evangelica e che, infatti è ricordato anche come terziario francescano. Seconda tappa giorno 25 ottobre 2008 è stata la visita a Roma alla chiesa di San Rocco, meta principale del pellegrinaggio e sede del raduno. Durante la Santa Messa, il Procuratore di San Rocco, Costantino de Bellis, ha pronunciato i voti del "pellegrino di San Rocco", i voti di carità, castità e povertà, sull'esempio di vita del Santo, virtù perfettamente conforme, all'indole e allo stile di vita del Procuratore de Bellis, cui il gruppo "amici di San Rocco"di Scilla, rinnova i più cari auguri per un lungo cammino, di fede e di carità, ricco di benevola operosità,nei confronti dei bisognosi ,è stata una cerimonia semplice ma significativa e commuovente. Da evidenziare l'impegno profusa a Roma dall'associazione verso i poveri e i bisognosi, mediante l'istituzione di mense, distribuzione di medicinali e vesti e di tutto quanto può alleviare sofferenze fisiche e privazioni di ogni genere. Per sostenere tali opere anche il gruppo di Scilla ha donata parte del ricavato del tesseramento. Il pellegrinaggio si è concluso il 26 ottobre 2008 con l'arrivo a Castel Gandolfo e con l'ascolto della Santa Messa. Ritornando a casa ogni pellegrino ha portato la consapevolezza dentro di sè di avere arricchito il proprio patrimonio di fede e di partecipazione, nella pratica dell'Amore di Dio verso il prossimo sicuro di poter proseguire il cammino intrapreso sotto la valida guida spirituale dell'Arciprete Don Francesco Cuzzocrea cui tutti i componenti del gruppo "Amici di San Rocco"porgono un affettuoso e caloroso Benvenuto nella comunità.


IL GRUPPO "AMICI DI SAN ROCCO" SCILLA

10 novembre 2008

LA CONFRATERNITA DI SANTA MARIA DI PORTOSALVO


La Confraternita di Santa Maria di Portosalvo fu fondata nel secolo XVII° e civilmente riconosciuta con Reale Assenso di Ferdinando IV° re di Napoli il I° dicembre 1778. Essa fu istituita fra le persone del ceto dei pescatori, marinai e patroni di barche e feluche della città di Scilla nella chiesa omonima. La chiesa di Santa Maria di Portosalvo era posta al centro del quartiere di Chianalea e si ergeva bella e maestosa. Ricca di dipinti e di arredi sacri aveva ben cinque altari dedicati rispettivamente alla Madonna di Portosalvo, Santissimo Crocifisso, Sant’Andrea, Santa Lucia e San Camillo (1). Il fine primario della Confraternita era la maggior gloria di Dio e l’onore e la devozione verso la Vergine Ss. di Portosalvo e, come fine secondario, il bene spirituale e materiale dei propri confratelli e, nella misura dei fondi disponibili, anche quello materiale ed economico. Ecco elencate le varie funzioni, obblighi e vantaggi degli appartenenti alla Confraternita:
FUNZIONI SACRE - Ogni anno la Confraternita doveva far celebrare le quarantore del Ss. Sacramento, i venerdì di marzo la Messa ed esposizione nell’altare del Crocifisso; nell’ultima domenica di agosto, preceduta dalla novena, la solennità della Vergine Ss. di Portosalvo con vespro, messa cantata e processione; ogni anno l’impegno di far tenere un corso di esercizi spirituali per tutti i confratelli; tutte le domeniche la recita dell’ufficio della Vergine Ss. ed una volta al mese quello dei morti.
VANTAGGI – Tutte le domeniche e feste i confratelli avevano diritto alla predicazione e istruzione catechistica e messa quattro volte la settimana; in caso di morte di un confratello esequie con l’associazione deli confratelli vestiti di cappa e l’obbligo a ciascun confratello della terza parte del rosario, n°20 messe, un rotolo di cera e l’incenso. Se poi la morte del confratello avveniva fuori parrocchia o la famiglia voleva fare essa le esequie, la Confraternita era tenuta a corrispondere alla famiglia una somma di 30 carlini (2). I confratelli poveri avevano diritto ad avere gratuitamente le medicine fino all’importo di 10 carlini. Il supero delle rendite annuali veniva investito in maritaggi di 25 ducati (2) ciascuno. Detti maritaggi venivano estratti a sorte nel giorno della festa di Portosalvo tra 10 figlie di confratelli e consorelle bisognose scelte dal Priore con l’aiuto degli Assistenti e dei Fiscali con la consegna dell’importo il giorno del loro matrimonio.
CONTRIBUTI – Ogni confratello doveva versare per il mantenimento della Confraternita metà “parte”(3) del proprio guadagno. Tutti gli altri che non lavoravano con barche e feluche, 5 carlini ogni anno, le consorelle 3 carlini. Erano esonerati da tale contributo gli inabili al lavoro che avevano corrisposto le annualità per almeno 20 anni.
GOVERNO – Il governo spirituale della Confraternita era presieduto dal Padre Spirituale, scelto dai confratelli a maggioranza fra i sacerdoti confessori. Egli era tenuto a dire messa tutti i giorni festivi e quattro volte la settimana. Il suo appannaggio era di 36 ducati l’anno e la sua carica durava finchè lo riteneva opportuno. Per le cose temporali il governo della Confraternita era presieduto dal Priore e dal I° e II° Assistente, denominati Ufficiali Superiori.
ELEZIONI DEGLI UFFICIALI – La prima domenica di settembre dopo la festa di Portosalvo, tutti i confratelli si riunivano in chiesa. Il Priore e i due Assistenti uscenti sceglievano dodici confratelli fra i più anziani e probi, a cui comunicavano i nomi di coloro che designavano come successori. Se questi non ottenevano l’approvazione della maggioranza dei dodici, ne venivano indicati altri fino ad ottenerne l’approvazione. Un segretario eletto per l’occasione, metteva i loro nomi e cognomi dentro tre vasi. Il Maestro delle cerimonie consegnava a ciascuno dei dodici una fava che veniva posta nel vaso del candidato preferito. Il Priore uscente, dopo la conta, proclamava eletto Priore colui che riceveva più consensi, I° e II° Assistente gli altri in proporzione dei voti. L’elezione veniva sempre preceduta dal canto “Veni Creator Spiritus” , invece per la proclamazione e l’insediamento veniva cantato il “Te Deum”. La domenica successiva, il Priore e gli Assistenti eletti procedevano alla nomina degli ufficiali minori e cioè:
Il Segretario, al quale, spettava l’incarico di tenere l’elenco dei confratelli e delle consorelle, il libro di tutte le deliberazioni ed aveva in consegna tutti gli apparati, i sacri arredi, gli argenti e la biancheria; il Tesoriere, che teneva aggiornato il libro cassa con il divieto assoluto di fare pagamenti senza mandato del Priore e degli Assistenti; il Maestro dei novizi, che era tenuto ad istruire i novizi alle pratiche religiose; il Maestro delle Cerimonie, avevano la mansione di mettere in ordine i confratelli nelle funzioni religiose, nelle congregazioni e nelle processioni; l’Esattore era incaricato della esazione dei tributi, affitti, rendite e “parti” delle barche; il Fiscale doveva vigilare sull’osservanza delle Regole e riferire sugli inconvenienti al Priore; i Razionali o revisori dei conti; gli Infermieri, che avevano l’obbligo di assistere e vegliare i fratelli infermi, visitarli e dare soccorso e far ricevere i sacramenti con devozione e pietà; il Portinaio aveva l’obbligo di assistere alla porta della chiesa affinchè ci fosse l’ordine nell’entrata e nell’uscita e a comunicare al Priore l’assenza dei confratelli alle varie cerimonie religiose; poi due Guide, due Standardieri, due Gonfalonieri e i Portatori del Pallio (4) e della Statua.
AMMISSIONE – Per poter far parte della Confraternita occorreva fare domanda orale al Priore e agli Assistenti, i quali, previe informazioni de “Vita et Moribus” del chiedente, assunte a mezzo del Maestro dei Novizi e di un altro fratello probo, ne proponevano l’ammissione in piena congregazione. Se otteneva la maggioranza dei voti segreti dei confratelli , il chiedente veniva ammesso al noviziato, che durava 4 anni. Trascorso tale periodo il nuovo ammesso veniva vestito da confratello e ai piedi dell’altare della Madonna riceveva la santa comunione. Il Segretario gli leggeva lo statuto e scriveva il nome nell’albo della confraternita.
DISPOSIZIONI VARIE – I confratelli debitori non potevano ricoprire cariche della Confraternita e i precedenti e i precedenti amministratori non potevano essere rieletti se la loro gestione non era stata approvata, così come i loro consanguinei e affini fino al terzo grado di parentela. Venivano espulsi dalla Confraternita i morosi per due anni consecutivi, come pure coloro che bestemmiavano o giocavano a carte in pubblici ritrovi, gli scandalosi che, ammoniti per tre volte, non si redimevano. Inoltre, i confratelli, nelle cerimonie religiose e negli accompagnamenti funebri erano tenuti ad indossare il sacco col cappuccio bianco e la mozzetta (5) celeste. Quelli che non intervenivano ai funerali senza un valido motivo venivano multati di 10 “grana” (6). Il Priore era tenuto, per spese superiori a 10 ducati, ad avere l’approvazione dei due assistenti. La scelta dei negozi da trattare avveniva esclusivamente per maggioranza dell’intera confraternita.
Con l’avvento della motorizzazione delle barche da pesca, avvenuto negli anni sessanta, incominciò il declino della Confraternita poiché le maggiori spese di pesca impedirono il versamento della “parte” alla congrega. La stessa Confraternita non ebbe più ragione di esistere, anche perché nell’ultimo periodo, abbastanza lungo si persero tutti quegli usi che l’avevano fino ad allora accompagnata e caratterizzata.
Note:
(1) Distrutta dal terremoto del 28 dicembre del 1908, fu riedificata a spese della Confraternita con la somma di lire 70.000.
(2) Moneta d’uso corrente.
(3) Giornalmente il pescato veniva diviso in “parti”, per esempio sulla pesca del pescespada andava da 14 e 1/4 a 15 e 1/4 “parti” e di questi 1/2 “parte” era destinata alla Confraternita.
(4) Baldacchino.
(5) Mantellina di raso e seta.


Placido Cardona

(Articolo tratto dal periodico per Scilla “SKILLEA OGGI”, supplemento alla rivista Scilla – N°2, febbraio 1997, Arbitrio Editori)


05 novembre 2008

“ OPERE IN MARMO, EMBLEMA DI RICCHEZZA E PRESTIGIO ”

In passato, il benessere ed il prestigio di un popolo si vedevano anche dal fasto con il quale le Chiese erano ornate. Elemento fondamentale, in questo senso, era l’utilizzo del marmo come materiale di abbellimento. L’importanza del marmo come elemento di prestigio si nota ammirando tutte le chiese che hanno gli altari in gesso dipinti come se fossero composti da pannelli marmorei per ostentare la bellezza di questo pregiato minerale attraverso tecniche pittoriche. Le chiese di Scilla hanno quasi tutte altari in marmo di diversi stili artistici. La chiesa di Porto Salvo e quella di San Giuseppe posseggono l’Altare maggiore in marmo bianco. Dalle linee architettoniche settecentesche, quindi lineari, questi altari posseggono però elementi decorativi in bassorilievo molto interessanti. Nella Chiesa Matrice, con i lavori di abbellimento artistico, è stato ricomposto un altare nella cappella del Santissimo. Quest’ultimo, che è formato interamente da marmi antichi restaurati, colpisce per la bellezza del tabernacolo. In esso, infatti, è scolpita una testa di cherubino che sovrasta un baldacchino sormontato da una corona. La chiesa di San Rocco possiede un altare di stile neoclassico figlio dell’epoca di realizzazione (1872) che colpisce per la varietà di marmi e per il tabernacolo composto da un timpano con cornice in marmo bianco sorretto da quattro colonnette con capitello corinzio. Infine l’altare della chiesa dello Spirito Santo è un gioiello dell’arte barocca che fa da cornice alla bellissima tela raffigurante la discesa dello Spirito Santo sulla Vergine e gli Apostoli (F. Celebrano, 1799). La cosa che colpisce di più, però, è la grande varietà di marmi utilizzati. Basti pensare che solo per realizzare l’altare della chiesa dello Spirito Santo ne sono state utilizzate oltre dieci varietà differenti! Il marmo immancabile per ogni nostra chiesa è però il bianco di Carrara. L’utilizzo di questi marmi pregiati è dovuto al commercio sul quale si fondava l’economia scillese. Il Canonico Giovanni Minasi scrive ad esempio che le imbarcazioni tornavano a Scilla dai viaggi commerciali piene di marmi preziosi e di dipinti di valore. Altro elemento di prestigio per le chiese era la presenza di sculture marmoree. Noi ne possediamo sia intere che frammenti. Quelle intere sono:

1) la statua della Vergine Immacolata; 2) l’angelo che è posto a fianco della stessa; 3) il busto raffigurante San Pietro Apostolo; 4) la statua raffigurante San Rocco; 5) un busto di piccole dimensioni raffigurante Sant’Antonio da Padova; 6) una Vergine con Bambino seduta, di dimensioni ridotte. L’elenco di opere marmoree (altari e statue) sarebbe potuto essere molto più lungo se non ci fossero stati i terremoti e – soprattutto - se non si fosse distrutta la Chiesa Matrice per ricostruirla ex novo. Con Don Mimmo si era iniziato un lavoro di recupero. E’ stato lui infatti a voler restaurare la statua dell’Immacolata collocandola all’interno della chiesa salvandola così da “morte” sicura. E’ necessario però riprendere al più presto questo andazzo, per evitare di commettere nuovamente errori gravissimi come quello di averci impedito per sempre di poter ammirare la Chiesa Matrice così com’era quando venne considerata la più bella dell’intera Arcidiocesi compresa la stessa Cattedrale!


Rocco Panuccio

04 novembre 2008

4 NOVEMBRE: FESTA DELL’UNITA’ NAZIONALE E DELLE FORZE ARMATE

Questo 4 novembre è un po’ più speciale degli altri. Ricorre, infatti, il novantesimo anniversario della Vittoria della coalizione della quale faceva parte l’Italia su quella imperniata sugli Imperi austriaco e tedesco, alla fine della prima guerra mondiale. Vittoria segnata dal sacrificio di quasi settecentomila giovani militari morti per difendere la nostra Patria. E’ oggi celebrata soprattutto come Festa dell’Unità nazionale, perché fu infatti con la prima guerra mondiale che il Risorgimento nazionale venne effettivamente compiuto, e come Festa delle Forze armate, per ricordarne gli enormi sacrifici in ogni tempo e luogo sopportati per il bene di tutta la Nazione e per rendere omaggio alla loro funzione attuale che è volta, soprattutto, al mantenimento della Pace ed al sostegno alle popolazioni di luoghi politicamente e militarmente instabili ed alla ricostruzione economico-infrastrutturale dei luoghi medesimi.
Celebrare la festa del 4 novembre significa riconoscere anche la dedizione delle donne e degli uomini i quali – sull’esempio di chi li ha preceduti – indossano con disciplina, onore e coraggio le divise dell’Arma dei Carabinieri, dell’Esercito, della Marina e dell’Aeronautica. Significa esprimere la doverosa gratitudine a quanti hanno pagato con la vita per ottenere, prima, l’unità e l’indipendenza della Nazione e, poi, quella libertà e quella democrazia che abbiamo la fortuna, oggi, di poter considerare come acquisite.


Come tutti i Comuni d’Italia, anche Scilla onora, con una solenne cerimonia, la ricorrenza del 4 Novembre. Tale cerimonia, preceduta da un corteo mesto e solenne, culmina al cospetto dello splendido Monumento marmoreo, restaurato in anni recenti e ricco di manufatti che rappresentano i soldati durante le numerose battaglie. Ai piedi, due lapidi ricordano nome, corpo, grado e anno di morte dei valorosi Scillesi caduti durante i conflitti.

Quest’anno l’evento s’è svolto a Scilla-citta domenica 2 novembre, soprattutto per dare la possibilità a più persone di essere presenti. Il corteo s’è snodato dalla Chiesa Madre Maria Ss. Immacolata subito dopo la celebrazione della santa messa, alla presenza delle autorità della Chiesa cattolica e di quelle civili e militari che, a vario titolo, operano in ambito scillese, ed è stato accompagnato da preghiere e canti religiosi e dalle note della Banda Musicale di Scilla.
Arrivati in Piazza del Monumento la banda ha intonato “La Leggenda del Piave”, una delle più celebri canzoni patriottiche italiane. Alla fine dell’esecuzione, il Sindaco, oltre a ringraziare tutti i presenti, saluta con affetto il prof. Francesco Como, purtroppo assente per una lieve influenza. Valoroso reduce della seconda guerra mondiale, attuale presidente della sezione reggina dell’Associazione nazionale mutilati e invalidi di guerra, il prof. Como non aveva mai saltato un 4 novembre, portando la testimonianza vissuta della lunga partecipazione alla guerra, segnata da lontananza da casa e mancanza di comunicazioni con la famiglia, combattimenti, fame, sete, intemperie climatiche, morte...
Cattolico convinto ed impegnato, il prof. Como è anche un amico ed un collaboratore saltuario ma prezioso di Scillachiese che si stringe attorno a lui in un affettuoso abbraccio in questo momento di passeggera indisposizione.
Il nuovo Parroco dell’”Immacolata” don Francesco Cuzzocrea aggiunge le sue alle riflessioni del Sindaco, facendole preghiera ed impartendo la benedizione alla corona d’alloro, al monumento ed ai presenti in ricordo dei caduti, mentre il primo trombettista della Banda intona il celebre e toccante “Silenzio”.
Il “Canto degl’Italiani” o “Inno di Mameli”, sempre per l’esecuzione dell’orchestra scillese, è la giusta conclusione di un’intensa mattinata di patriottismo e di riflessione e preghiera per la Pace.

Alessandro Delorenzo

02 novembre 2008

2 Novembre Commemorazione dei Defunti

Il 2 novembre è il giorno in cui la chiesa ricorda tutti i defunti di tutti i tempi. Con il Battesimo siamo morti e risorti in Cristo, è questo ci dà la certezza che un giorno anche noi potremo contemplare il Suo Volto. Per molti è difficile credere alla vita del cielo oggi siamo legati troppo alla materia, quindi non riusciamo sempre a cogliere l’essenza spirituale della vita, la morte viene vista come fine dell’esistenza di una persona, oppure siamo in una continua ricerca, avvolte ci illudiamo di trovare un contatto con chi non c’e più passando da maghi cartomanti ecc. Mentre per il cristiano la morte per quanto dolorosa per chi rimane, sa che è un passaggio, dalla vita materiale ad una vita spirituale. La chiesa ci insegna che in Cristo vive chi ci ha preceduto e lo incontriamo in ogni celebrazione Eucaristica, dove il cielo e la Terra si incontrano in Cristo Morto e Risorto per Noi.

Costantino

01 novembre 2008

Tutti i Santi

Nel Credo la chiesa Cattolica , proclamano l’essenza della fede e cioè il credo riassume (per cosi dire), tutta l'opera di Dio dalla Creazione alla fine dei tempi esso viene chiamato anche “PROFESSIONE DI FEDE”.
Crediamo nel Dio Uno e Trino, nel Figlio Incarnato Morto e Risorto per noi, allo Spirito Santo, la Santa Chiesa Cattolica, LA COMUNIONE DEI SANTI, la Remissione dei peccati e la Vita Eterna.
Poi in uno dei modi di ripetere il credo si conclude dicendo “Questa è la nostra Fede, questa è la Fede della Chiesa e noi ci GLORIAMO di Professarla.
Oggi è il giorno in cui la Chiesa Santa perché in essa vi è Cristo ricorda tutti i Santi, che conosciamo e non conosciamo. Santo è colui che a detto si a Dio, che per amore suo ha saputo seguirne gli insegnamenti donando se stesso anche con la propria vita. Tutti siamo chiamati alla santità, avvolte si pensa che i santi sono persone soprannaturali, invece i Santi sono degli Amici che ci vengono messi accanto, loro vivono nella gloria di Dio, loro per Amore di Cristo, molte volte hanno sopportato i più aspri flagelli fino a dare la vita, dare la vita come atto d’amore. I Santi non brillano di una luce propria, non sono idoli, ai quali dobbiamo rendere tributi e sacrifici, ma sono Amici Speciali, la loro vita è come una strada che confluisce nella Luce di Dio, oggi loro vivono in questa Luce nella Gioia dell’Amore di Dio, c’invitano tutti a vivere come Cristo ci ha insegnato, Beati ......,affinché anche noi possiamo con loro, quando saremo chiamati, a vivere in Comunione con SS Trinità.

Costantino Alfonzetti