Come è nato il blog "scillachiese"?

Questo blog nasce dalla fede e devozione che,
questo piccolo gruppo di ragazzi,
ha verso le proprie chiese
e ciò che rappresentano.

06 ottobre 2008

Una Grazia da condividere


Giovanni Bellantoni (o Giovanni B.) - assiduo frequentatore di questo sito e partecipe acuto, costruttivo e sempre pertinente delle sue discussioni - ha voluto condividere con noi il suo rapporto con San Bruno e con la sua straordinaria eredità certosina che ha in Serra una delle sue espressioni più significative, soprattutto come "luogo dell'anima".


Questa mattina ho voluto rinnovare un appuntamento con la preghiera del cuore, con quella silenziosa oblazione di sé che sola può aprirci all’ascolto della Parola.
Dio ama tutte le creature, ma ha un debole per l’uomo, a lui e solo a lui vuole parlare di Sé e renderlo partecipe di ogni Sua iniziativa.
Questa mattina sono andato alla Certosa di Serra San Bruno, con l’unico desiderio di varcarne il portone per potermi unire alla preghiera dei monaci certosini.
Quale sorpresa nel sentirmi dire che quest’anno non sono ammessi i fedeli all’interno. D’un tratto ho visto tramutare il desiderio in miraggio, sono rimasto a guardare l’ingresso con altre persone che nel frattempo si avvicinavano alla portineria. La risposta era sempre la stessa.
Ero già stato all’interno della certosa in altre occasioni ed avevo partecipato alla S. Messa.
Negli altri ad essere delusa era la speranza di poter, almeno per una volta, vedere come vivono dei monaci di stretta clausura, in me si faceva strada, invece, la memoria degli altri incontri, sempre dovuti alla Grazia, uno in particolare quando potei assistere alla vestizione di un giovane monaco che sul finire della cerimonia, fece il giro del coro in ginocchio ed ad ognuno dei monaci e dei pochi fedeli presenti disse: “Prega per me , fratello”. E’ passato qualche anno e ricordo perfettamente quella espressione del viso, lo guardo dritto e sereno, l’umiltà della voce sorretta dalla fermezza dello spirito.
In fondo c’ero stato tante volte, sarei tornato, per le previste ammissioni dei fedeli, nelle solennità del Natale, Pasqua, Corpus Domini e Festa dell’Assunzione.
Avendo piantonato il portone d’ingresso, mi accorgo che il monaco che aveva finito di celebrare nella cappella esterna, l’unica accessibile anche alle donne, saluta affettuosamente un signore (era il fratello) ed un altro a cui avevo fatto da cicerone, è bastato uno sguardo e mi sono ritrovato in un lungo corridoio, austero e semplice, in un angolo una piccola cappella dedicata alla Vergine Maria e dopo un po’ la porta della chiesa interna.
Alcuni monaci erano seduti nel coro, mentre un altro più giovane ultimava i preparativi per la S. Messa.
Il pavimento in legno profumava di cera e scricchiolava ad ogni passo, ma non era un rumore, mi dava più l’impressione di essere complice di una presenza.
Alle nove in punto comincia la funzione solenne in onore di San Bruno.
Il canto certosino è solenne e austero. Meno maestoso del gregoriano, ma affascina e trasporta per la sua essenzialità. Tutto si svolge in un silenzio naturale, niente è forzato ed i monaci che si alternano nella salmodia e nelle letture sono pacati e composti. Ogni parola è soppesata e pronunciata con deferenza.
Al momento della consacrazione, veniamo invitati, sempre in silenzio, a disporci in cerchio intorno all’altare, non mi era mai successo. Ogni gesto del celebrante, in questa occasione il Priore, è misurato, sarà lui stesso a distribuire la Santa Comunione sotto le specie del pane, dopo un po’ un altro monaco ci porterà il calice dal quale tutti, monaci e fedeli, berremo il Sangue di Gesù.
Ho rivisto quel monaco che mi aveva chiesto di pregare, era addetto al turibolo. Era sereno e molto preso dalla funzione. I monaci non erano incuriositi della nostra presenza e solo all’uscita ci hanno salutato con un largo sorriso, e ad uno ad uno raggiungevano le proprie celle, per proseguire in altro modo l’opera di preghiera e di intercessione.
Sono passate più di due ore da quando sono entrato, uscirò più tardi, forse stasera, quando i ritmi della giornata avranno preso il sopravvento.

Giovanni Bellantoni

Nota: per una sintesi delle principali notizie sulla vita di San Bruno da Colonia e sull'Ordine dei Certosini - comunità "mai riformata, perché mai deformata" - raggiungete questo collegamento.

12 commenti:

Rocco ha detto...

Grazie Alex. Mi raccomando, visitate con attenzione tutte le opere d'arte che incontrate e quando tornerete scapperà un bell'articolo...

Alex ha detto...

vediamo cosa possiamo fare...
rocco non ti nascondo che madrid e' una bella citta' inoltre abbiamo visitato il museo del prado in tre ore... se c'eri tu ci mettevamo circa 8 ore perche' e grandissimo e noi l'abbiamo visitato in fretta. A Toledo dentro un chiesa Museo c'erano oltre 50 statue di santi alcune moderne altre no, naturalmente non poteva mancare il nostro patrono San Rocco, raffigurato senza cane ma riconoscibile dalle conchiglie, il bastone e la borraccia da pellegrino.

mi scuso con giovanni b se ho fatto un commento non riguardante l'articolo, ma non potevo fare ammeno di non evidenziare questa mia scoperta SPAGNOLA.

hola a tutti da madrid.

Kostas ha detto...

Faccio i complimenti a Giovanni per l'articolo e faccio sapere, a chi non ne fosse al corrente, che a Scilla abbiamo un bellissimo dipinto che raffigura San Bruno in gloria insieme a Sant'Andrea. Questo dipinto - che è collocato nella parete soprastante la porta d'ingresso della sacrestia della chiesa di San Rocco - è stato eseguito da Giacinto Diano che è, insieme a Francesco Celebrano, il più grande pittore del '700 napoletano. Si ignora il motivo dell'accostamento tra Sant'Andrea (il cui culto era molto sentito nella chiesa di Porto Salvo) e San Bruno, anche perchè, nel bozzetto dello stesso quadro che è custodito in un altare della stessa chiesa, in luogo si San Bruno, è raffigurato uno scorcio di punta Pacì.
Rocco Panuccio

Kostas ha detto...

Non si finisce mai d'imparare. Io - per esempio - ero convinto di avere un uomo per fratello. Invece ho un mostro!
Quanto alla testimonianza del mio omonimo sono più che felice di confessare: sono io il colpevole! Giovanni, infatti, verso le tredici di oggi, mi ha raggiunto al telefono per farmi partecipe di questa intensa e fruttuosa esperienza che ha vissuto. Ed io, mentre ascoltavo le sue parole come un assetato beve dell'acqua, ho pensato e, quindi (avendo già avuto modo di constatare la sua familiarità con lo scrivere e, insieme, la sua capacità di farlo con celerità), gli ho detto: "ma perché non butti giù due righe, come se si trattasse di uno dei tuoi interventi nelle discussioni, e poi le pubblichiamo come articolo del sito?". Giovanni ci ha pensato mezzo secondo. "Alle quattordici e trenta ho un impegno" - m'ha detto - "vedrò cosa posso fare". Detto, fatto! Alle due e cinque mi era già arrivata la lettera elettronica con il teso di questa singolare - e preziosissima - testimonianza.
Tanto preziosa da non poter essere tenuta per sé o condivisa con solo poche persone.

Giovanni Panuccio

Kostas ha detto...

Non si finisce mai d'imparare. Io - per esempio - ero convinto di avere un uomo per fratello. Invece ho un mostro!
Quanto alla testimonianza del mio omonimo sono più che felice di confessare: sono io il colpevole! Giovanni, infatti, verso le tredici di oggi, mi ha raggiunto al telefono per farmi partecipe di questa intensa e fruttuosa esperienza che ha vissuto. Ed io, mentre ascoltavo le sue parole come un assetato beve dell'acqua, ho pensato e, quindi (avendo già avuto modo di constatare la sua familiarità con lo scrivere e, insieme, la sua capacità di farlo con celerità), gli ho detto: "ma perché non butti giù due righe, come se si trattasse di uno dei tuoi interventi nelle discussioni, e poi le pubblichiamo come articolo del sito?". Giovanni ci ha pensato mezzo secondo. "Alle quattordici e trenta ho un impegno" - m'ha detto - "vedrò cosa posso fare". Detto, fatto! Alle due e cinque mi era già arrivata la lettera elettronica con il teso di questa singolare - e preziosissima - testimonianza.
Tanto preziosa da non poter essere tenuta per sé o condivisa con solo poche persone.

Giovanni Panuccio

Kostas ha detto...

gianni mi permetto di correggerti
rocco non e' un mostro
e' un Mastro...
hai ragione che non si finisce mai di imparare.
inoltre ringrazio e faccio i complimenti all'amiko giovanni b per la cortese collaborazione.

alex

Kostas ha detto...

Grazie Alex. Mi raccomando, visitate con attenzione tutte le opere d'arte che incontrate e quando tornerete scapperà un bell'articolo...
Rocco Panuccio

Kostas ha detto...

Mi scuso con gli amici e lettori ma eliminando un commento ripetuto, ho sbagliato "manovra", ed ho eliminta anche altri commenti che ho ripublicato io ma i commenti sono di giovanni rocco e alex. Mi scuso di nuovo ciao Kostas

Giovanni ha detto...

Rifacendomi al commento di Rocco, sul rapporto esistente tra San Bruno e Sant'Andrea entrambi raffigurati in un quadro che si trova nella chiesa di San Rocco, vorrei ipotizzare una interpretazione. Sant'Andrea è definito l'Apostolo della Croce, per via del martirio subìto, ed il motto dell'Ordine Certosino recita così : " Stat crux, dum volvitur orbis", cioè " Rimane (stabile) la croce, mentre il mondo gira (effimero). A distanza di oltre 900 anni, mi sembra ancora attuale.

Giovanni B.

Due piccole note : la croce di Sant'Andrea è raffigurata nella bandiera dell'Inghilterra.
Il corpo di Sant'Andrea è custodito in una cripta della cattedrale di Amalfi.

Giovanni Panuccio ha detto...

Semplicemente meraviglioso, Giovanni, il motto certosino da te citato che ritengo utile riprodurre nella tua, efficacissima, traduzione: "Rimane (stabile) la croce, mentre il mondo gira (effimero)".
Sulla bandiera dell'Inghilterra sono però costretto a correggerti, a meno che "Inghilterra", come spesso accade nel linguaggio comune, non sia la sineddoche che designa il Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord. La bandiera dell'Inghilterra propriamente detta, infatti, reca una croce di San Giorgio rossa in campo bianco. A recare una croce di Sant'Andrea - bianca in campo blu - è la bandiera della Scozia, seconda delle "nazioni costituenti" il Regno Unito. La bandiera di quest'ultimo è data dalla "fusione" delle bandiere di Scozia, Inghilterra e - nella versione ottocentesca - Irlanda (croce di Sant'Andrea rossa in campo bianco).

Giovanni Panuccio

Giovanni ha detto...

Per Inghilterra intendevo la regione propriamente detta. Ho confuso l'attribuzione della bandiera, chiedo scusa. So per certo che la fusione delle bandiere delle tre nazioni costituenti il Regno Unito, nell'unica bandiera è conosciuta come Union Jack.

Giovanni B.

Kostas ha detto...

A proposito di Sant'Andrea, forse non tutti sanno che questo apostolo era stato scelto come apostolo protettore dei pescatori, infatti i miei genitori mi ricordano sempre la devozione che riservavano a Sant'Andrea, Santa 'ndria. Credo che questa devozione venga da molto lontano anche se non è documentata, penso che risalga al periodo dei monaci basiliani.
KOSTAS