Tante volte si compiono dei piccoli gesti, delle misere azioni, che solo dopo averli compiuti t’accorgi d’aver fatto del bene a qualcuno che molto probabilmente non sai nemmeno chi sia, anche se sicuramente ha bisogno di te.
Vi dico queste parole per il semplice motivo che, qualche giorno fa, mi è capitato di dare un aiuto “per caso”.
Ero andato in motorino sotto casa di un Amico (Rocco) per chiedergli di uscire a fare una passeggiata e scambiare quattro chiacchiere. Ad un certo punto mi arriva una chiamata sul cellulare. Era proprio lui. Mi dice che deve andare a caricare dei pacchi. Io avevo sentito spesso parlare di questi pacchi ma, o per lavoro o per altri motivi, non ho avuto mai l’opportunità di capire di cosa si trattasse e gli ho risposto (avendo un’oretta libera) che gli avrei fatto compagnia. Arrivato a destinazione sono entrato – con un po’ d’imbarazzo - assieme a Rocco. Incontrammo diversi conoscenti, tra i quali due cari amici di famiglia uno di essi il responsabile della struttura. Erano in totale quattro le persone che sono scese nella sala sotto per iniziare subito i lavori e non è mancato neanche un momento d’ilarità per via delle bizze dell’ascensore. Una volta scesi, abbiamo aperto la cosiddetta “stanza dei Pacchi” e subito Pietro, uno del gruppo, mi ha detto che sono tutti pacchi pieni di indumenti di qualsiasi taglia e ambo i sessi, giocattoli per bambini, scarpe nuove ed usate, tappi di plastica che servono per beneficenza e tante altre cose. Tutta roba che poteva servire a qualcuno meno fortunato di noi.
Diciamo che solo in quel momento, guardando quella stanza piena di scatoloni, ho capito quello che stavo andando a fare: aiutare qualcuno senza sapere chi fosse, dove abitasse, che aspetto avesse... Non ho fatto nessuna domanda e mi sono messo subito a portare questi pacchi nel parcheggio dell’edificio per caricarli sul camioncino. Quest’ultimo era abbastanza grande ma lo abbiamo riempito fino all’inverosimile. Naturalmente quell’“oretta libera”, nel frattempo, erano diventate tre. Ma non lo avvertivo come un peso, perché mi rendevo conto che stavo impiegando molto bene quel tempo.
Questa testimonianza non mi serve a “farmi bello” agli occhi degli altri. Quello che m’importa è soltanto dire come basti veramente poco per far sorridere qualcuno. Non importa la razza, il sesso, la religione. Quello che conta è che bisogna aiutare chi ha più bisogno di noi.
Inoltre voglio ricordare che a Scilla si effettua la raccolta degli indumenti nuovi o usati, giocattoli, tappi di plastica di ogni grandezza e qualsiasi altro oggetto utile che a noi non serve più ma che può far felice tante persone.
Alessandro Delorenzo
29 ottobre 2008
Un’azione di bene “per caso”
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1 commento:
GRAZIE A NOME DI CHIUNQUE ABBIA RICEVUTO IL TUO/VOSTRO AIUTO.
SorellaLuna
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