Come è nato il blog "scillachiese"?

Questo blog nasce dalla fede e devozione che,
questo piccolo gruppo di ragazzi,
ha verso le proprie chiese
e ciò che rappresentano.

24 settembre 2008

26 SETTEMBRE: SANTI COSMA E DAMIANO. "Per voi, gloriosi atleti, s'accresca in noi la Fede e s'avviva in due credi: Speranza e Carità!"


O Gloriosi Martiri che entrambi in Ciel splendete
il devoto accogliete inno del vostro amor.


Per voi, gloriosi atleti, s'accresca in noi la Fede
e s'avviva in due credi: Speranza e Carità!

Voi medici pietosi sanaste i corpi infermi
e a noi, languenti, germi spargeste di virtù.


A voi, germani invitti, niun ricorse invano!

Oh! Cosma e Damiano, Martiri di Gesù!


Per voi la vera Pace ci addita in quest'esiglio
e sia d'ogni periglio salva la nostra Età!

Oh! Cosma e Damiano, Martiri di Gesù!

Oh! Cosma e Damiano, Martiri di Gesù!

(Inno ai Santi Cosma e Damiano Medici e Martiri. L'ultima strofa in grassetto è, in realtà, il ritornello che intercala il susseguirsi delle varie strofe).

Oggi - 26 settembre - la Chiesa cattolica dà la facoltà alle Chiese locali di celebrare la memoria dei Santi Cosma e Damiano, Medici e Martiri. Per la comunità cattolica di Scilla - in particolare, per quella parte stanziata nel quartiere Chianalea o di esso originaria - è un giorno di Festa. I Santi Cosma e Damiano, infatti, sono i titolari originari dell'attuale chiesa di Maria Ss. di Porto Salvo e lo sono stati fino a quando, nel 1799, venne costituita, in quel luogo benedetto, la Confraternita della Madonna medesima. San Còscimu, infatti, è, ancor oggi, uno dei modi di indicare il piccolo santuario di Porto Salvo da parte di alcuni scillesi. La devozione sincera ed ammirata verso "i Santi Medici" - questo, infatti, è uno dei modi più comuni di chiamarli - ha, quindi, sfidato, vincendola, l'usura dei secoli per giungere, intatta, ai nostri giorni.
Non si hanno molte notizie certe sulla vita di Cosma e Damiano, ma quello che si sa giustifica pienamente la loro fama e conferma l'attualità e la validità del culto ad essi prestato come proposta di una giovinezza già consapevole della vera importanza della vita, del giusto ordine da osservare nel comporre la propria "scala di valori" e disponibile a mettere in gioco - fino a perderla - questa vita terrena, se l'alternativa è rinnegare o tradire i più alti tra questi valori.
Cosma e Damiano erano fratelli gemelli, originari dell'Arabia, nati cristiani.
In Siria appresero la "scienza" - all'epoca ancora al rango di "arte" - della medicina e della farmacologia. Ma il loro modo di esercitare la "professione" era, anche per quei tempi, davvero particolare... Non chiedevano, infatti, alcunché in cambio delle loro prestazioni. Ed ecco affiorare un altro motivo dell'attualità del messaggio dei Santi Medici. Senza, ovviamente, generalizzare, infatti, sentiamo sempre più spesso di medici e chirurghi che hanno individuato nel profitto il primo degli obiettivi della loro professione; di visite specialistiche dai costi esorbitanti; di interventi chirurgici superflui (quando non dannosi) attuati al solo scopo di ottenere denaro pubblico o di singoli inconsapevoli privati, etc. Ripeto: senza generalizzare a proposito della benemerita categoria dei medici e degli altri "scienziati della salute" né demonizzare il benessere materiale, quanto bene trarrebbero per la loro tranquillità psico-emotiva tali operatori sanitari se si accostassero, con cuore umile e docile all'ascolto, alla memoria viva e profonda dei Santi Medici?
Tale caratteristica di "gratuità" delle loro prestazioni medico-farmacologiche valse a Cosma e Damiano l'appellativo d'origine greca di anàgiri, cioè "senza argento" o "senza denaro".
Ma non badavano, essi, soltanto ai corpi. Anzi, proprio grazie alla professione, fecero valida opera di apostolato. Fu questo il motivo per il quale attrassero l'attenzione del governatore della Siria, rappresentante dell'imperatore di Roma Diocleziano, il quale, attorno al 303, li fece decapitare. Secondo una tradizione, la decapitazione fu solo l'ultimo di molti, prima risultati vani, tentativi di martirizzarli, fra i quali l'arsura in un forno.
Per quanto riguarda Scilla, la devozione ai Santi Medici ha sempre attratto nella chiesa di Maria Ss. di Porto Salvo moltissimi pellegrini provenienti da ogni contrada della Parrocchia, Favazzina compresa, ma anche da alcuni centri vicini. Ogni 26 settembre è, infatti, un giorno di "festa" - nel senso più cristiano del termine - e di intensa meditazione e preghiera, nata dalla mattutina celebrazione della Divina Eucarestia e culminante nella solenne celebrazione vespertina.
La chiesa chianaleota custodisce alcune reliquie dei Santi Martiri, una delle quali incastonata nell'altare maggiore - posto nel 1995 al centro dell'abside per consentire la degna celebrazione eucaristica nella modalità stabilita dal Concilio Ecumenico Vaticano II - ed altre venerate pubblicamente in concomitanza con le giornate settembrine della Festa dei Santi. Si contano, altresì, ben tre raffigurazioni artistiche dei Contitolari della chiesetta. Due notevoli statue ad altezza pressoché naturale, poste su di unico piedistallo e collocate sulla vara della Madonna di Porto Salvo nei giorni della loro Festa. Due statue - dette i Sancoscimeddi - di dimensioni molto ridotte tanto da essere portabili in braccio da un'unica persona e collocate sulla vara stessa, ai due lati della statua della Madonna di Porto Salvo, sulle apposite sezioni ricavate per esse dai benemeriti autori del sacro podio. I Medici e Martiri, altresì, sono raffigurati sulla maestosa pala d'altare, colti nell'atto di venerare la Madonna che indica in un Paradiso dalle fattezze simboliche di Scilla il Porto della Salvezza.
L'iconografia tradizionale raffigura i Santi Medici con le medesime sembianze e con in mano una palma e gli strumenti del mestiere di medico-farmacista. Esistono, indifferentemente, immagini dei due Santi imberbi o leggermente barbuti anche se, data la giovane età del loro martirio, è probabilmente più fedele l'immagine di essi senza barba. Per quanto riguarda le immagini venerate a Scilla, entrambe le coppie di statue li raffigurano senza barba ed inequivocabilmente giovanissimi, mentre i Cosma e Damiano del quadro sono leggermente barbuti anche se questo particolare non eleva di molto la loro età apparente.
Altra prova del radicamento di questo culto fra gli scillesi è la discreta diffusione del nome di Cosma nella versione di Cosima, per le donne, e di Cosimo, per gli uomini. Più rara, ma comunque presente, è la ricorrenza del nome Damiano. A tutti costoro ed a tutte le portatrici ed a tutti i portatori dei nomi dei Santi Medici, in tutte le loro varianti, giungano i più affettuosi auguri di Buon Onomastico da parte di Scillachiese.

7 commenti:

Rocco ha detto...

Riporto qui di seguito un'antica preghiera di intercessione ai Ss. Cosma e Damiano, insegnatami da alcune anziane donne di Chianalea.

"Santu Coscimu e Damianu,
siti mericu e scrivanu,
siti mericu e rutturi,
e sanati ogni duluri!"

Lucrezia ha detto...

Giovanni, desidererei sapere dove si trovano quei due oggetti che tu hai pubblicato in fondo all’articolo? Sono dei medaglioni? Ciao e grazie

Giovanni Panuccio ha detto...

La persona più adatta a rispondere a questa domanda è mio fratello Rocco. La giro a lui. Risponderà al più presto. Ciao!

Rocco ha detto...

Un tempo, fino a circa cinquant'anni fa, nei giorni delle varie memorie liturgiche, venivano sorteggiate delle statue e delle medaglie di argento che raffiguravano l'immagine del santo venerato in quel determinato giorno. Credo che questi sorteggi avvenissero per tutti i Santi venerati a Scilla. Quelli che ho visto io personalmente oltre a queste due sono una medaglia raffigurante l'Immacolata, una il Crocifisso, una San Rocco, una San Giuseppe ed una, da me trovata in una cassa con dei cimeli antichi nella chiesa del Carmine, raffigurante la Vergine del Carmelo che ho persnalmente messo al collo della bella statua venerata a Scilla. Queste medaglie sono tutte di persone private. Il mio sogno è quello di creare, in un futuro prossimo e non remoto, un museo parrocchiale nel quale racchiudere, fra gli altri tesori, anche queste bellissime medaglie.

Lucrezia ha detto...

Al riguardo, vorrei segnalare l’importante e prezioso lavoro di Don Mimmo Marturano, attuale direttore dei beni culturali dell’ufficio diocesano, il quale ha in progetto l’allestimento di un museo diocesano la cui apertura è prevista per il 2009, di beni e oggetti preziosi custoditi nell’arcidiocesi. Un’ anticipazione di quest’evento è stata la mostra organizzata dal 13/09/2008 al 16/09/2008, presso l’androne del palazzo arcivescovile dal titolo “Il bello, il sacro, l’antico, il nuovo. Argenti sacri del XX secolo nell’arcidiocesi di Reggio Calabria-Bova” Dove abbiamo potuto ammirare alcuni pezzi preziosi del secolo scorso: un ostensorio in oro e argento e pietre preziose, una pisside in oro e argento, due lampade in argento offerte dal popolo in occasione dell’incoronazione del quadro della Beata Vergine nel 1936 e un libro liturgico in argento.

Massimo Mastronardo ha detto...

sempre di più penso quanto le cittadine calabresi della riviera ionica bassa siano legate alla mia città di Messina. Palmi ha i giganti e la varia come noi, voi avete anche la chiesa di S.Maria di Portosalvo proprio come noi, c'è una zona della città che si chiama proprio Portosalvo. Viva San Cosma e San Damiano miei protettori in quanto oggi faccio il compleanno. Da ricordare inoltre che S.Francesco d'Assisi nacque oggi del 1181 e guarda caso riedificò proprio la chiesetta del suo Santo Protettore

Giovanni Panuccio ha detto...

Carissimo Massimo,
l'antichità e la profondità, ma anche la viva attualità, dei legami spirituali, culturali ed economici ai quali ti riferisci è evidentissima. Noi di Scilla, fra le altre cose, stringemmo, all'inizio degli anni 2000, una spiritualmente e culturalmente proficua amicizia con i messinesi particolarmente devoti a San Francesco da Paola. Creammo una sorta di "gemellaggio" fra le nostre due Confraternite e non mancammo mai di scambiarci le visite in occasione delle rispettive Feste e d'informarci costantemente e reciprocamente a proposito delle nostre rispettive iniziative spirituali e culturali. Tra il 2003 e il 2004 questi legami iniziarono a perdere la forma ufficiale per via di una linea pastorale che aveva espulso la pietà popolare dal novero delle modalità espressive della Fede, della Speranza e dell'Amore-Carità.
Permettimi una piccola correzione di natura geografica. Il "gioco di specchi" con il quale da millenni c'incanta il nostro mitico Stretto di Scilla e Cariddi t'ha fatto collocare Scilla e Palmi nella "riviera ionica bassa". No! Noi siamo sul Tirreno reggino, anche se voi - se non erro - che ci guardate dalla vostra sponda, vi affacciate già sullo Ionio!
Continua a seguire Scillachiese!
E Buon Compleanno!

Giovanni Panuccio