La chiesa Matrice
Parlare delle nostre chiese non è facile. La Storia di Scilla com’è ben noto si perde nella notte dei tempi. Già colonia greca prima dell’era cristiana, i suoi abitanti si spostavano in diversi porti del mediterraneo in modo particolare verso oriente, quindi presumibilmente, gli abitanti di Scilla entrarono subito in contatto con i cristiani dei primi secoli, ciò è testimoniato dalla menzione che San Girolamo fa nel III libro delle sue opere. Nel viaggio verso la Palestina, arrivato a Scilla, ebbe dai mariani di questo lido indicazioni precise sulla rotta più sicura da seguire per il suo pellegrinaggioverso la Terra Santa, questo nel 385 d.c. .
L’abitato di Scilla già dai primi secoli si è sviluppato sempre attorno alla rocca, il luogo dove ora sorge la chiesa Matrice che i bizantini chiamavano mesa, molto probabilmente è stato deputato sempre a luogo di culto, forse esisteva qualche tempio pagano che in seguito è stato adattato al culto cristiano, probabilmente è il luogo dove sorse la prima chiesa cristiana, per questo Matrice, cioè Madre. Questa chiesa è stata dedicata sempre alla Madonna, inizialmente sotto il titolo di Odigitria, Colei che indica la via. Nei secoli successivi furono costruite diverse chiese. La seconda costruzione sacra, fù edificata sulla rupe, dove oggi sorge l’antico faro, dai monaci basiliani che in quel luogo tra le rovine delle antiche fortificazioni fondarono anche un importante monastero. Entrambi furono dedicati a San Pancrazio. Delle altre chiese non ci sono notizie precise sulla loro fondazione, sicuro è che molte di esse, in modo particolare quelle del centro storico risalgono al periodo bizantino. Gli ultimi lavori di restauro della chiesa di San Giuseppe già dell’Annunziata, come riporta il canonico Minasi in “Notizie storiche sulla città di Scilla”, hanno portato alla luce le fondamenta di una più antica chiesa di epoca bizantina di piccole dimensioni con abside semicircolare e un piccolo vano nartace che serviva per ospitare i non battezzati.
Infine a Chianalea esistevano oltre la chiesa dell’Anunziata ora S. Giuseppe, già citata, la Chiesa di Santa Lucia della quale si conserva la pala d’altare,e la chiesa di S. Maria di Porto Salvo ancora esistente, situata al centro del quartiere.
Oltre alle chiese citate esistevano e tuttora esistono diverse cappelle al di fuori del centro cittadino, le più conosciute sono la chiesa di San Giovanni nella parte alta di Jaracari oggi diroccata, rimane solo una cappelletta costruita di fronte, la cappelletta di San Giovanni di Mezzo anticamente romitorio Basiliano, e la cappelletta di San Rocco nei pressi della località Boccata.
Di tutte queste chiese oggi ne rimangono sette, resistite alla furia dei terremoti, allo scorrere inesorabile del tempo ed all’incuria degli uomini. Queste chiese rappresentano la storia e la fede degli scillesi, sono un tesoro da custodire e tramandare gelosamente. Purtroppo dal 2003 le nuove autorità parrocchiali hanno deciso di abolire la memoria liturgica della Vergine e dei santi legati alle diverse chiese, chiudendo le stesse alla fruibilità dei fedeli e dei turisti.
L'Auspicio è che l’enorme tesoro spirituale e artistico delle chiese scillesi non vada perduto per sempre.
238 commenti:
«Meno recenti ‹Vecchi 201 – 238 di 238Mi fa piacere che i toni si stiano stemperando. Adesso arrivano testimonianze pacate e serene anche da chi, evidentemente, ha vissuto situazioni diametralmente opposte alle mie e a quelle di tanti altri.
Vorrei spiegare ma non voglio ricadere in discorsi inutili...
le motivazioni che mi portano a stare a distanza dalla parrocchia sono molte e sicuramente non le racconterò mai sul blog.
Magari un giorno, quando i tempi saranno maturi, ci si potrà confrontare viso a viso e discutere di scelte che, per educazione, per riservatezza e per rispetto non vengono condivise pubblicamente no?
Avete tutti ragione: la discussione, se ci si ferma ai pettegolezzi, diventa sterile. Mi auguro che non ci saranno più spunti negativi per riaccendere gli animi. Vi prego di perdonarmi se, dopo un'esperienza lunga anni, sono un pò scettica. Ma la speranza si sa...
"C'era una volta un ragazzo con un bruttissimo carattere. Un giorno suo padre gli diede un sacchetto di chiodi e gli disse di piantarne uno sul muro del giardino ogni volta che avrebbe perso la pazienza e avrebbe litigato con qualcuno. Il primo giorno ne piantò 37 nel muro. Le settimane successive, imparò a controllarsi, ed il numero di chiodi piantati diminuì giorno dopo giorno : aveva scoperto che era più facile controllarsi che piantare chiodi. Infine, arrivò un giorno in cui il ragazzo non piantò nessun chiodo sul muro. Allora andò da suo padre e gli disse che quel giorno non aveva piantato nessun chiodo. Suo padre gli consigliò allora di togliere un chiodo dal muro per ogni giorno in cui non avesse mai perso la pazienza. I giorni passarono e infine il giovane poté dire a suo padre che aveva levato tutti i chiodi dal muro. Il padre condusse il figlio davanti al muro e gli disse :
'Figlio mio, ti sei comportato bene, ma guarda tutti i buchi che ci sono sul muro. Non sarà mai come prima. Quando litighi con qualcuno e gli dici qualcosa di cattivo, gli lasci una ferita come questa. Puoi piantare un coltello in un uomo e poi tirarglielo via, ma gli resterà sempre una ferita. Poco importa quante volte ti scuserai, la ferita resterà. Una ferita verbale fa male tanto quanto una fisica.' "
ciao anonimo/a, sono Giusy!
ti ringrazio per quello che mi hai scritto e vorrei tanto incontrare sul mio cammino persone come te, che sanno dire la propria opinione senza giudicare o fare il saputello/a!
la cosa più importante che ho da dirti è che io non devo perdonare nessuno perchè non odio nessuno e ogni volta che mi fanno del male perdono quasi subito,ma sono anche abituata a chiarirle le situazioni!(l'ho sempre fatto, tranne con chi no ne vale proprio la pene ma mi riferisco a poche anzi due persone). Ho sempre perdonato tutti anche il parroco quando mi ha detto che nella mia famiglia c'era il demonio,l' ha detto sia durante un omelia sia in un confronto diretto che ho avuto con lui. Questo non te lo racconto per fare polemica ,ma per farti capire ancora una volta quanto ho sofferto per colpa di alcune affermazioni uscite dalla sua bocca.Che ti devo dire, che non dormivo la notte?che mi domandavo se mio padre aveva mai ucciso qualcuno a mia insaputa? che avevo iniziato a dubitare di tutti? non penso che la mia famiglia meritava tanto perchè saranno anzi sono peccatori come tutti ma non indemoniati. Per riprendermi sai cosa ho dovuto fare? comprare una statuetta di S. Michele Arcangelo e metterla all'ingresso della mia abitazione scongiurandolo di proteggerci dal male. Non sto esagerando e non voglio scendere nei particolari. ho sempre frequentato la Chiesa e andando ho sempre acquisito oltre che la fede, forza, coraggio, tranquillità,amore ma nell'ultimo periodo non era più così al punto tale che alcune Domeniche non sono scesa a Messa e nella mia vita non l'avevo mai fatto, infatti se mi conosci da piccola ero una delle poche bimbe ad andare a messa anche d'estate. Credimi, io sto male per il malcontento che c'è nella nostra parrocchia perchè non dovrebbe essere così e sto male anche quando sento cose davvero assurde sul parroco che magari sono dettate solo dal pettegolezzo e dall'invezione a vote "maligna" della gente, ma purtroppo i fatti non si possono negare. All'inizio quando Don Bruno è arrivato io l'ho accolto con molta gioia ,speranza e fiducia ed anche io all'inizio lo difendevo quando qualcuno lo attaccava,ma tutti sai cosa mi rispondevano:"quando toccherà anche a te vedrai effetivamente chi è.Prima o poi allontanerà tutti." Devo dire che avevano ragione, ma ti ripeto non lo odio, vorrei solo che fosse più coerente, più leale e più sincero e che prendesse a cuore di più Scilla che è fatta soprattutto dagli scillesi e dalle loro amate chiese, che sono state costruite e mantenute negli anni grazie al loro sudore e alla loro fede e adesso si ritrovano tutti o quasi tutti STRANIERI IN CASA PROPRIA" (scusa se ho ripetuto per l'ennesima volta la stessa frase).
Grazie ancora per il tuo commento, lo leggerò più volte cercando di trarre insenamento soprattutto dalla vita di Gesù che nonostante le diversità di pensiero ci ama e ci riunisce incondizionatamente.
Se vuoi incontrarmi e parlare con me anche in altra sede mi farebbe solo piacere. ciao Giusy
....allora, se invitate gli ideatori del blog a continuare a far scrivere commenti in modo anonimo, o si cerca di non offendere oppure rivolto a voi ideatori del blog, fate filtrare i commenti o togliete l'anonimato.
Scusa se non ti ho risposto subito.
Spiegazione terra terra:
Il “punto di vista” è quello che hai letto nei commenti precedenti, in altre parole ognuno proclama la verità, ma non è verità assoluta e la propria verità, quindi il proprio punto di vista, la verità assoluta è solo Dio.Se riusciremo a capire che sono solo punti di vista allora si potrà dialogare ed avere degli scambi d’esperienze.Se non capiamo questo litighiamo soltanto. Va bene così.
Quanto mi hai fatto ridere con la battuta Aristotele!!!!! Ciao Lucrezia
Domy,mi fai rimanere male,pure tu contro gli scillesi?Tu di dove sei?Ti senti un "murmuriaturi"?Don bruno ne ha fatto uno slogan,tu l'accordi invece di difendere i tuoi paesani,sai che ti dico che lui è cosi e si sente autorizzato a dirne di tutti i colori perchè ha trovato persone che l'appoggiano che non hanno il coraggio di dire la sua.In Ogni paese che vai troverai sempre qualcuno che non sa farsi i fatti suoi,ciò non vuo dire che tutto il paese è in difetto,non si fa di tutta l'erba un fascio.E poi tu chi sei per entrare nel cuore di chi soffre,non sapendo il perchè delle cose,io quante volte ho assistito a queste scenate sia pubbliche che private,sono rimasta in silenzio perchè non ero al corrente delle situazioni e non mi sentivo di entrare in merito.Tu fai lo stesso,l'unica cosa che sentivo era tanta tristezza e amarezza perchè nella casa del Signore credevo fosse un luogo sincero autentico e frequentato da gente che della lealtà e trasparenza facessero il suo stile di vita.Sono rimasta cercando di fare del mio meglio per aiutare un po tutti,ma vedendo che la situazione mi allontanava dalla meta ho cambiato strada.
Ma tutti voi che non condividete l'operato del parroco perchè non dialogate con lui invece di erigere un muro e di essere l'uno contro l'altro. Parlate di amore, di perdono, di armonia, di pace, di cristianità, di affetto ma non mettete in atto tutto questo.
Siete tutti uguali...!
Che rabbia mi fate tutti sia da una parte che dall'altra
L'importante che sei tu diverso e infatti ti distingui da me e sai perchè,io prima di esprimere un giudizio devo sapere la verità altrimenti taccio.Vuoi per caso l'elenco di quante volte sono andato a confrontarmi con don bruno?Che muro abbiamo alzato se abbimo sempre cercato il confronto?Ricordati che io sono in pace con me stesso e sai perchè,di tutto quello di cui io parlo lui ne è a conoscenza perche con lui ho avuto sempre dei dialoghi quindi purtroppo lui conosce tutto di me.Dico purtroppo perchè a me sembrava che fosse arrivata la luce nella nostra parrocchia(non perchè prima ci fosse il buio)essendo un sacerdote giovane mi aveva fatto illudere ancora di più per una ancora migliore evangelizzazzione soprattutto nei giovani.Il resto lo conosci, dove sono la maggior parte dei nostri amici? Scappati via.Mi parli di cristianità di fratellanza ecc.ma che vuoi dire che esternare i nostri problemi,i nostri timori le nostre anzie siano mancancanza di cristianità?Secondo sempre il mio pensiero manca di cristianità colui che non sta ne da una parte e ne dall'altra e sai perchè?Un buon cristiano non sta nel mezzo,deve avere la propia "spina dorsale"Non me ne volere questo è il mio pensiero,puoi condividere o no,ma non dovresti giudicare.
Anonimo/a che provi rabbia il tuo elenco è incompleto, si parla anche di incomprensioni, di delusioni, di sofferenze, di lacerazioni,di paure e di solitudine e tutto questo molti l'hanno vissuto. Attendo, attendiamo, da te quella parola, quel gesto, quell'iniziativa che può fare la differenza, per non essere più uguali ai tuoi occhi.
In questi giorni ho riletto alcuni commenti e facevo fatica a capire come certe cose siano potute accedere.
Non me lo spiego, eppure i fatti sono narrati, sotto gli occhi di molti, ed in una piccola realtà come la nostra, dove ci conosciamo tutti è più difficile tirare fuori tutto.Intuisco che non tutta l'amarezza sia venuta fuori, perchè nel dolore c'è anche pudore.
Verrà il giorno in cui tutto questo,(... anche questo) passerà, e chi ha trovato il coraggio di raccontarsi, merita più comprensione.
Il soffrire passa, l'aver sofferto no.
Giovanni
Carissimi ultimi due commenti, la differenza che c'è tra me e voi è che io accetto i miei antagonisti, io perdono anche se il mio nemico non mi perdona, io voglio bene il mio nemico anche se il mio nemico mi odia, io dialogo con il mio nemico anche se il mio nemico non mi parla, io porgo l'altra guancia anche se il mio nemico continua a schiaffeggiarmi, io non mi allontano dal mio nemico anche se il mio nemico mi scaccia...Io capisco benissimo il vostro stato d'animo, ma non è il rinchiudersi dentro che vi farà stare bene, aprite il vostro cuore a coloro che vi hanno malmenato e vedrete che la sera vi addormentate con più gioia e serenità...un consiglio: andate a leggervi il Santo Vangelo...tutto e non solo quello che vi conviene...vi voglio bene, ciao
Caro anonimo tu dai bei consigli, se sicuro che li metti in pratica se non hai la forza di mostrarti, di dire chi sei come puoi dialogare con chi non sei in comunione, Stai certo che chi scrive delle sue delusioni non è disperato perchè confida in Cristo e si sforza, affinche le sue azioni siano più coerenti possibili con gli insegnamenti del Vangelo. Ti prego se non hai intenzione di dire chi sei non scrivere, chi TESTIMONIA o consiglia l'amore che ha ricevuto non deve avere paura di dire chi è senza nomignoli ecc. altrimenti che testimonianza è?
Ciao Costantino
Anonimo/a, ti invito a rileggerti i commenti (tre) che ho inserito. Non devi andare molto a ritroso, il primo risale all' 8 maggio.
Avrei voluto fare dell'ironia sul tuo commento, ma forse ti avrei offeso e ci saremmo persi.Preferisco continuare il dialogo, ma per favore firmati. Consentirai a tutti di un confronto più immediato.
A dopo.
Ciao Giovanni
E’ bello sentire parole di partecipazione e di solidarietà, per coloro che hanno avuto il coraggio di manifestare le proprie sofferenze.Il cristiano è anche colui che non resta impassibile e duro, ma si lascia prendere di fronte a coloro che soffrono e ne condivide il dolore e si batte per alleviarlo o per eliminarne le cause. Grazie
A Kostas e a Giovanni.
Anni fa, per caso, mi trovavo in una città del nord e sono entrato in una chiesa dove ho assistito ad una messa: mi è rimasto impresso l'omelia che faceva il sacerdote (non sapevo chi era, non si è presentato, non ha detto il suo nome e cognome...ne tanto meno mi sono premurato a chiederglielo...per me era un anonimo): ha detto alcune cose che mi hanno fatto riflettere e cioè che nostro Signore Gesù nella sua vita terrena ha perdonato tutti i suoi nemici, certo Lui è il Divino e noi siamo umani, però dobbiamo sforzarci ad essere quasi come Lui...AMA IL PROSSIMO TUO COME TE STESSO...vi voglio bene...
...Adorazione, riparazione, maternità spirituale per i sacerdoti...
..Adorazione Eucaristica comunitaria per la santificazione dei Sacerdoti..
...Ogni giovedì ore 21:30 chiesa Matice Scilla....
Chissà cosa sarà questa nuova iniziativa.....
ROMA, giovedì, 20 marzo 2008
- Il sacerdote “non è un impiegato”, “è un consacrato, un 'Cristo' di Dio”, celibe, che si nutre dell'Eucaristia, lontano dalle mode di questo mondo e al servizio della gente.
Così ha detto in una intervista a L'Osservatore Romano (20-21 marzo 2008) l'Arcivescovo Mauro Piacenza, Segretario della Congregazione per il Clero, nel ribadire i tratti salienti del sacerdote e il suo ruolo nella missione della Chiesa nel mondo.
Innanzitutto, ha spiegato il presule, “il sacerdote non può realizzarsi pienamente se l'Eucaristia non costituisce davvero il centro e la radice della sua vita”, se la sua “fatica quotidiana” non è “irraggiamento della celebrazione eucaristica”.
Come ricorda il racconto evangelico sulla “lavanda dei piedi” degli apostoli da parte di Gesù, ha continuato monsignor Piacenza, il compito del sacerdote sta nel dono incondizionato: “il sacerdote non si appartiene! È al servizio del Popolo di Dio senza limiti di orario e di calendario”.
“Non è la gente per il sacerdote, bensì il sacerdote per la gente, nella sua globalità, senza mai restringere il proprio servizio a un piccolo gruppo”, ha detto.
“Il sacerdote non può scegliersi il posto che gli piace, i metodi di lavoro che ritiene maggiormente congeniali, le persone ritenute più simpatiche, gli orari più comodi, le distrazioni – seppur legittime – quando sottraggono tempo ed energie alla propria specifica missione pastorale”.
Inoltre, pur operando nel mondo, il sacerdote non è tuttavia “così assimilato al mondo da diventare mimetizzato e non più fermento trasformante”.
“Di fronte a un mondo anemico di preghiera e di adorazione, di verità e di giustizia – ha continuato –, il sacerdote è anzitutto l'uomo della preghiera, dell'adorazione, del culto, della celebrazione dei santi Misteri 'davanti agli uomini, in nome di Cristo'”.
Il suo impegno è la “testimonianza, intesa etimologicamente come martirio [...] nella consapevolezza rinnovata che Cristo, ordinariamente, viene a noi soltanto 'nella' e 'dalla' Chiesa, che prolunga la sua Presenza nel tempo”.
Perché la Chiesa è “trascendente e mistero” e “solo non rinunciando alla propria identità soprannaturale [...] potrà autenticamente evangelizzare le realtà 'naturali'”.
Infatti, ha spiegato, “la Chiesa ha il compito 'negativo' di liberare il mondo dall'ateismo e quello 'positivo' di soddisfare il bisogno insopprimibile che l'uomo, consciamente o inconsciamente, ha di realizzarsi, ovvero della santità”.
Perciò, il sacerdote deve “rispondere alla sete bruciante di una umanità sempre alla ricerca” e seminare quella “inquietudine” che è “il santo timore di Dio”.
In questo senso, la “totalità dell'oblazione a Dio” è il solo metro su cui si misura la dignità di un sacerdote e la garanzia della “totalità del servizio ai fratelli”.
Allo stesso tempo, ha continuato l'Arcivescovo Piacenza, l'apertura ai giovani dei “vasti orizzonti dell'integralità della sequela di Cristo” può contribuire a contrastare la crisi delle vocazioni nella società attuale.
Al contrario, ha osservato, “laddove si operano tentativi riduzionisti dell'identità e del ministero pastorale, tutto languisce sulla via della progressiva desertificazione”.
Ma alla luce della “configurazione del sacerdote a Gesù Cristo” si comprendeno meglio anche le “promesse di obbedienza, di castità vissuta nel celibato, nell'impegno di un cammino nel distacco dalle cose, dalle situazioni, da se stessi”.
L'Arcivescovo ha perciò sottolineato che “la castità garantisce la sponsalità e la grande paternità” e ha ricordato che “in tutto ciò non ci sono dei no, ma un grande, liberante sì”, “un amore più grande” che si esprime “nella logica gioiosa del dono”.
“Il sacerdote non entrerà mai in crisi né di identità, né di solitudine, né di frustrazione culturale se, resistendo alla tentazione di disperdersi nella folla anonima, non scenderà mai – quanto ad intenzione, dirittura morale e stile – dalla predella dell'altare del sacrificio del Corpo e del Sangue di Cristo”.
Tuttavia, ha ammesso, di fronte “a una frantumazione sempre più accentuata dei legami tra le persone, in ogni ambito sociale [...] non possiamo pensare che la figura del prete celibe non subisca il contraccolpo di queste innumerevoli solitudini”.
Per questo, ha concluso, c'è “bisogno di sacerdoti che sappiano mostrare la fecondità comunionale e comunitaria della loro 'solitudine' verginale”.
Nessuno obietta su quello che hai detto della tua esperienza, ma su una cosa di sbagli, il sacerdote quando è sull'altare DEVE agire in persona-Cristi (non sono sicuro se si scrive così), un sacerdote una volta mi ha detto che la S. Messa non è un rito magico, da esequire con perfezione altrimenti non riesce, e conta la bravura di chi lo esegue, chi è sull'altare deve dimenticare la sua persona, perchè deve dare spazio allo Spirito che attraverso le letture ed il Vangelo Parla al Suo Gregge, e che nella Comunione incontra –Cristo che si Dona per NOI. Questo è quello che è successo a te, e accade a tutti noi se ne abbiamo la possibilità, e siamo disposti all'ascolto. Io non ti voglio convincere di niente non ti dico che sono perfetto, ma mi sforzo di essere coerente nella mia testimonianza, pur cadendo mille volte. Cristo ha detto "siate Miei Testimoni". Chi esprime la sua testimonianza (in questo caso)senza esporsi, mi dici che testimone è? Di cosa hai paura? Noi stiamo parlando delle ns. esperienze senza remore, più di quelle positive che negative, perhè pure se abbiamo ricevuto male, cerchiamo di dare e dire sempre bene con tutti i nostri limiti ( nel mio caso nello scrivere)..
Ciao Costantino
Grazie a Giovanni perchè riesce a leggere tra le righe.
Io non ti conosco ma i tuoi commenti mi hanno fatto riflettere perchè sai guardare oltre pur mantenendo le tue posizioni.
Vedi caro anonimo qual'è la differenza tra te e mè?Io non mi vanto di nulla,quel che faccio mi esce direttamente dal cuore.Tu o sei tonto o fai il finto tonto,chi ti dice che io non perdono?,chi ti dice che io odio,quando non conosco questo sentimento?,chi ti dice che la sera vado a letto come dici tu.Io a letto vado tranquilla perchè ho fatto sempre il possibbile per collegare i ponti,devi pensare invece di far riflettere chi dice spesso o "con me o contro di me".A proposito mi citi un brano o un versetto del vangelo dove dice "io amo, io perdono,io qua, io la ,io sotto e io sopra,ecc...Io forse ogni tanto ne leggo un'altro in cui riesco a percepire cose diverse da quelle che tu dici,umiltà,carità,non giudicare,amare incondizionatamente il fratello,ecc.. ecc...ma sto io non l'ho incontrato mai.
Grazie per le bellissime storie e tradizione delle nostre chiese, che sicuramente hanno lo scopo di richiamare i fedeli alla preghiera e gli uomini della massa che hanno bisogno di cose visibilmente concrete per avvicinarsi all'invisibile.Ovunque capolavori d'arte sacra,immagini della Madre di Gesu' hanno il potere di stimolare sentimenti di natura spirituale,benefici per chi si trova nella giusta disposizione.Ma non ci si puo' fermare all'oggetto,alla statua,alla tradizione o addirittura all'idolatria(non e' certo questo che bisogna insegnare ai nostri bambini ),ma vedere oltre quello che l'immagine rappresenta, col pensiero e con l'anima.Le ali della preghiera devono portare al Padre, non fermarci sul piano della materia ( chiese,statue,tradizioni,processioni )." Verra' tempo in cui Dio sara' adorato in Spirito e Verita'- come disse Gesu' alla Samaritana ( Giov.4,23).Tutti i giovani che si dicono in cammino con Cristo dovrebbero uscire dallo stato di minorita' spirituale ,realizzando e vivendo ,il sublime insegnamento dell'Amore dato da Gesu' Cristo.In riferimento alle parole di Gesu' "Ne' su questo monte ne' a Gerusalemme adorerete il padre ".....Gesu' non indica un altro luogo che potrebbe sostituire la montagna di Samaria oil tempio di Gerusalemme ,non menziona nessun luogo ,cari ragazzi, pronuncia due parole astratte ma fra le piu' comprensibili per l'uomo : spirito e verita'. Lo spirito si oppone alla "materia "e la verita' alla "menzogna" , cioe' all'illusione , all'apparenza. In " spirito" significa abbandonare le forme materiali che ci imprigionano, e " in verita'" sottrarsi ancora alle apparenze.Basta con le sole pratiche esteriori!E adesso in conclusione ci domandiamo: -Se un giorno non dovrebbero piu' esserci luoghi di culto ,ne' cerimonie,ne statue,ne' immagini sacre, piu' niente di materiale o visibilee adoreremmo Dio in spirito e verita'- per molti di noi sarebbe allora il vuoto? ! e soltanto quelle persone spiritualmente elevate troverebbero nel proprio spirito e nella propria anima il santuarioin cui entrare per rivolgersi al Signore, per toccare, assaporare e respirare gli splendori del Cielo ? Saluti Paolo e Mari
Grazie per il vs intervento, possiamo pubblicarlo o voi stessi potete mandarlo sui commenti noi non abbiamo nessun problema per chi apporta le proprie idee frutto di convinzioni o esperienze. E' vero Cristo ha detto che un giorno adoreremo Dio in spirito e verità ( oggi i samaritani adorano Dio non nei templi, senza immagini o altro). Dio è immagine, noi siamo fatti a sua immagine e somiglianza, Dio ha fatto si che suo figlio venisse al mondo, si incarnasse, divenendo uomo e mostrando anche al mondo la sua immagine, trasfigurandosi davanti a gli apostoli, mostrando loro quale sarà l' immagine che tutti noi avremo quando saremo accolti in paradiso.Cristo stesso durante la sua passione, lasciò la sua immagine impressa alla veronica, ecc. durante la lavorazione delle icone bizantine, dopo la prima diciamo stuccatura, viene posto una garza di cotone, questo ha ricordare, che le icone riprendono immagine di Cristo. Cristo infatti non potendo andare da un re che lo aveva chiamato perché ammalato, mandò a questi un telo nel quale era impresso il suo volto. La prima icone secondo la tradizione è state l' immagine della Madre di Dio dipinta da S. Luca. E' vero un giorno adoreremo la Santa Trinità e la Comunione dei Santi in Spirito e Verità non avremo bisogno ne di Statue ne di Tempi ne di quant'altro.Noi siamo in cammino sia comunitario che personale, noi non vogliamo idoli, sappiamo bene che dobbiamo guardare oltre le immagini, infatti se tu conosci bene la storia della comunità di Scilla puoi constatare che gli insegnamenti ed esempi che abbiamo ricevuto ci portano sempre a Cristo e la sua Chiesa. Perché seguire altre orme? ogni giorno bussano alla porta del ns spirito tanti falsi profeti che ci adulano ci promettono esperienze soprannaturali, forze sconosciute, perché illuderci? Noi sappiamo che la Via la Verità, è una perché abbandonarla? Nella mia vita ho visto e vissuto tanti dolori, la fede e l' esperienza di chi mi ha preceduto, mi hanno sostenuto,forgiato. Oggi purtroppo la confusione che è presente a Scilla non ha fatto altro che confondere soprattutto molti ragazzi, che delusi hanno intrapreso strade secondarie, che li portano dritti al nulla. Purtroppo quando si è nel nulla non si ha la forza a dire no, e uno per sentirsi forte si butta a capofitto nella menzogna, nella droga, nella mafia, e in tutto quello che al momento li illude ad essere forti, per poi portarli dritti alla rovina.La chiesa a Scilla è stata sempre il punto di riferimento e di fermezza per tutti, praticanti e non credenti e non. Oggi non purtroppo non è così.Noi no vogliamo convincere nessuno, ma testimioniare la comunione che abbiamo vissuto si inperfetta, ma sempre rivolta a CRISTO.
Grazie Costantino
La forma anonima non ha NESSUN motivo di essere ammessa. Ieri, un amico che manifestava apprezzamento per questo sito mi ha comunicato anche lui disagio per questo tipo di interventi. Perchè, ha subito aggiunto giustamente, se incontro qualcuno in piazza San Rocco che rivolge a me qualche critica o qualche apprezzamento, lo vedo in faccia e posso conseguentemente rispondergli. E questo è uno dei motivi. Gli altri sono che rinunciare alla propria identità è sintomo, quantomeno, di immaturità e rende tutto il discorso complessivo artificiale e viziato da sospetto senza tacere il motivo pratico che non si può fare una discussione dignitosa senza poter indicare chiaramente l'intervento al quale s'intende replicare. Personalmente sono stufo dei "caro anonimo che parli di questo..." o dei "caro anonimo delle 00,01". Quindi, anche perchè l'amministratore non può passare la giornata di fronte al personal computer, penso che la cosa migliore sia consentire d'intervenire solo a chi si registra con nome e cognome, eliminando nel più breve volgere di tempo gl'inteventi che rechino pseudonimo o solo il nome. Ragazze e ragazzi, la libertà esige responsabilità! Tirati a petra se lliti a tirari, ma a manu poi na putiti mmucciari. PS: forse qualcuno ingenuamente ritiene che l'anonimato o il fornire false generalità garantisca da eventuali azioni legali! Nulla di più sciocco, perchè la Polizia postale ci mette un secondo ad individuare il personal computer dal quale è partito un determinato commento. Non è una minaccia - anche perchè personalmente non credo che querelerò nessuno - è solo un'informazione. Buon Scillachiese a TUTTI. Nella libertà, nel rispetto, nella responsabilità. Giovanni Panuccio
Se tutti avessero il coraggio dato dalla forza delle proprie azioni e dei propri pensieri al mondo ci sarebbe meno ipocrisia e meno banalità.
222 commenti...ci pensate? Si sono smossi cuori, parole, sentimenti. Si è parlato di calunnie, di attacchi, di rifiuti, di cacciate. Sono riapparsi ricordi, lontani, cari, dolci. Han scritto amici, avversari, persone. Si sono sviluppate critiche, dialoghi, monologhi. Si è parlato di fede, cultura, storia. Non credo che si potrebbe aggiungere altro per migliorare questo lungo dibattito dai toni per lo più civili e dignitosi, sarebbe uno scempio rovinarlo. Ciò che manca, è come qualcuno ha scritto è il PERDONO. E questo è un invito a tutti ma sopratutto a Don Bruno, chi meglio di un padre può perdonare? Sarebbe magnifico che organizzasse la festa del perdono..una festa in cui accogliere a braccia aperte le sue pecorelle smarrite..una festa dove si prepari il vitello grasso per i figli perduti e ritornati...una festa dove il confronto fosse occhi negli occhi, con la promessa di essere tutti migliori da oggi. Don Bruno io ti voglio bene,dissento su alcuni tuoi modi, ma ci hai insegnato a pregare con il cuore e con l'anima, ma ci son anime ferite..sicuramente anche tu ti senti tale… doniamoci vicendevolmente un pezzeto di cuore ...Ti aspettiamo con la festa del perdono.
Lina.
Un anonimo qualche giorno fa si chiedeva cosa mai significasse l'adorazione eucaristica del giovedi sera dedicata alla santificazione dei sacerdoti. Provo a darti una risposta :
" L'avvenire dei sacerdoti dipende dal timore e dal rispetto che conservano verso le cose sacre con le quali trattano ogni giorno.
L'avvenire dei cristiani dipende da ciò che offrono loro i sacerdoti".
dalla Lettera Pastorale di Sua Beatitudine Michel Sabbat, Patriarca Latino di Gerusalemme.
01 marzo 2008
Giovanni
Grazie Giovanni, per la tua disponibilità, per essere uno dei pochi che con molta serenità e pacatezza cerca il confronto con noi. Sono sicura che anche nella preghiera ci sei vicino. Avevo dei dubbi e delle perplessità sulle scelta da me fatta in quest’ultimo periodo di stare lontano dalla parrocchia ,poiché in quel ambiente mi stavo allontanando da Dio, ma il confronto scaturito su questo blog con molti anonimi mi ha convinto di aver fatto la scelta giusta,il Signore si incontra soprattutto nella gente che incontri per strada,nella sofferenza ed anche nella gioia degli ultimi . Leggendo ciò che un anonimo ha pubblicato sul blog per quanto riguarda l’intervista al vescovo Piacenza mi sono sorte ancora delle perplessità.”Non è la gente per i sacerdoti, bensì il sacerdote per la gente, nella sua globalità, senza mai restringere il proprio servizio a un piccolo gruppo.”Il sacerdote non può scegliersi il posto che gli piace ,i metodi di lavoro più congeniali,le persone ritenute più simpatiche,gli orari più comodi ecc.”Allora mi vengono in mente gli anziani di marina grande,che non possono più partecipare alla messa prefestiva che veniva celebrata il sabato pomeriggio. Mi domando:dov’è il sacerdote per la gente?Non ti sembra che abbia ristretto il proprio servizio ?Per quanto riguarda l’altro punto è giusto circondarsi esclusivamente da persone che annullano la propria libertà di pensiero per non essere accompagnate all’uscita della chiesa ?E che ne pensi dei giovani ? Quale apertura abbiamo visto nei loro confronti? La progressiva desertificazione sta già avvenendo. Io capisco che a volte i caratteri dei figli non sono di nostro piacimento, ma da mamma ti dico che si devono amare e stargli accanto in modo incondizionato. Lui afferma di amare tutti e ci accoglie sempre o quasi con il sorriso,però nella realtà basta che un ragazzo scelga un giorno di giocare a pallone che lui subito lo accompagni alla porta(esperienza vissuta in famiglia).Credo Giovanni che tu sia una persona molto profonda ed attenta e questo lo scoperto attraverso questo blog , spero tanto un giorno di poterne parlare di persona .
Mi sono fatto un'idea, non so quanto rispondente alla realtà, am da quello che letto in questi giorni, credo che se non si corre ai ripari si rischia di perdere un grosso patrimonio spirituale. Lo dico da fedele e da scillese.
Credo che sia chiaro a tutti come sono andate le cose.e mi rendo conto che non è per niente facile questo stato di cose. E non credo che tutto ciò possa piacere al Signore.
Mi viene da dire solo una parola, quasi fosse una parola d'ordine : custodire.
Custodire la Parola ricevuta.
Custodire la Preghiera quotidiana.
Custodire la Vita Sacramentale.
Non conosco tutte le persone che non vivono attualmente in pienezza la vita parrocchiale, ma so che molti di loro hanno fatto dell'associazionismo e dello stare insieme i cardini delle proprie scelte di vita.
Perchè smettere adesso ?
Un'altra domanda la faccio a quanti vivono la loro esperienza di fede in parrocchia.
Voglio farla con un brano del Genesi, < Il Signore disse a Caino:" Dov'è Abele, tuo fratello?". Egli rispose :" Non lo so.Sono forse io custode di mio fratello?". (Gn 4,9).
Spero abbiano riconosciuto La Voce !! (dopo 226 loro silenzi, mi posso permettere di fare dell'ironia). Ma la cosa è seria.
Giovanni
"Se ti perdi d'animo nel giorno dell'avversità,
la tua forza è poca"
(Proverbi,cap 24.10)
Comincio questo mio commento con un passo della Bibbia non per essere un insegnamento ne tanto meno per istruire, cara amica del 20/5 ore 19,46, perchè, indubbiamente, tu sei vicina a Dio quanto e forse più di me.
Ma su alcune cose, credo, sbagli:
1) ALLONTANARTI: no, bisogna stare dentro e far capire le proprie ragioni, rimanere con il sorriso, con la bontà e con il perdono.
2) LA SCELTA GIUSTA: credi che sia veramente la scelta giusta quella che hai fatto, dici che la mamma deve stare sempre vicina ai figli, giusto, ma anche i figli devono voler bene la propria mamma non solo quando li accarezza ma anche quando li sgrida.
I muri alzati non portono serenità, essere tutti contro tutti non porta pace.
Scusa se ti ho offeso, ma ho sentito di dirti quello che penso.
L'unico commento che rispecchia il mio modo di pensare è stato quello di Lina (17/5 ore 19,59).
Io non ti conosco ma Grazie lo stesso amica Lina, abbiamo la stessa identità di vedute...e spero tanto che quello che hai detto si possa veramente avverare.
vi abbraccio con il cuore.
Il numero degli interventi è diminuito, ma non a scapito della qualità e dell'intelligenza. Non si può non apprezzare quello del "poeta latino" e quello di lina. Partono da due punti di vista diversi, condivisibili entrambi,a pare mio, per arrivare alla stessa meta.
Ho come l'impressione che ci si senta un pò orfani di queste persone alcuni di loro li conosco personalmente, qualcun'altro l'ho conosciuto in questi giorni... e senza sigaretta!!.
Condivido, ma il perdono è una cosa seria, non ho detto seriosa.
Nessuno si inventa un disagio o una sofferenza, qualcuno c'è e nel migliore dei casi è in analisi.
In un dei suoi interventi Giovanni P. ha scritto che il perdono non è un colpo di spugna. A dire il vero quell'affermazione è stata un pugno nello stomaco, l'ho tenuta in mente mentre leggevo i commenti che nel tempo si sono susseguiti e mi sono reso conto che aveva ragione. Credo si debbano rispettare i tempi degli altri, ognuno ha i propri, chi non è direttamente coinvolto vede le cose in altro modo.
Ma una cosa bisogna assolutamente evitare : dimenticare.
Come cristiani siamo chiamati a perdonare,perchè dimenticare è una degenerazione della memoria.
Questo è il tempo per accedere al perdono dell'uno e dell'altro.
Il perdono richiede consapevolezza del danno arrecato e che ti viene rimesso.
Il perdono è la qualità divina dell'immagine e della somiglianza, " rimetti a noi come noi li rimettiamo".
Mi chiedo quanti sono predisposti al perdono (ovviamente..... festa compresa !!!).
Giovanni
Di nuovo ciao nella "vitualtà", caro Giovanni, dopo il piacevolissimo e un po' "sciroccato" (nel senso letterale del termine) tuffo nella "realtà"! E così alla fine ce l'hai fatta a registrarti: Complimenti! Mistero della Fede!
Diceva il "buon" Mussolini: "Il numero è potenza!" A giudicare dal Bfatto da te rilevato che la diminuzione dei commenti non ha coinciso con un loro calo qualitativo si direbbe, parafrasando Longanesi, che il Duce "non" ha sempre ragione! Mi dispiace averti inferto un, sia pur metaforico, "pugno nello stomaco"... Ma siccome la teologia cattolica c'insegna che anche dal male può essere tratto almeno un po' di bene, mi rallegro che - riprendendo fiato e massaggiando i muscoli addominali - tu abbia compreso il significato più profondo sottostante al "pugno" medesimo... Ed abbia dato una definizione del "perdono" che può essere largamente condivisa. Quanto alla "festa" - se intendevi quella "del perdono" proposta sopra da Lina - sarei il peggiore degli ipocriti se scrivessi: "Dimmi solo dove e quando!". E non solo e non tanto perchè, come hai scritto giustamente tu in una frase "da incorniciare", "Come cristiani siamo chiamati a perdonare,perchè dimenticare è una degenerazione della memoria."... Ma anche perchè, io che amo tanto sorridere e ridere e che considero tali azioni non delle semplici "mimiche facciali" ma due fra i più alti atti di apertura e di amicizia, dovendo in tale "festa" presumibilmente sorridere e ridere parecchio, non riuscirei a farlo, o lo farei sforzandomi e quindi vergognandomi parecchio di fronte a me stesso, per compiacere persone che ho imparato - ahimè - a disistimare profondamente. Da alcune non mi sono mai atteso nulla di buono. Altre, invece - alcune delle quali avevano avuto un ruolo perfino nella mia stessa formazione cristiana di base - con la loro ottusa e pervicace indisponibilità ad ascoltare le mie ragioni, quando era il tempo, mi hanno particolarmente sorpreso in negativo (ancora una volta non scrivo "deluso", forse perchè - ahimè - non scoppio di fiducia negli esseri umani, a cominciare da quell'essere umano particolarmente difettoso - e giuro di dirlo senza retorica - che è chi scrive). Purtroppo, la stima per le persone - per paradossale che possa sembrare - è molto più difficile da recuperare dell'amore stesso. Anche "perdonando" si finirebbe sempre col dubitare della sicerità dell'altro e si finirebbe col ritenere che l'apparente "comunione" restaurata non è altro che il frutto di una occasionale identità di vedute su uno o più progetti pastorali o spirituali, pronta a sparire alla prima occasione di attrito. E con ciò - so che Giovanni e alcuni altri l'hanno già capito - non voglio ovviamente dire per essere in comunione con me bisogna pensarla in tutto e per tutto come me! Fra mille difettacci, non penso di esser pazzo fino a questo punto! Voglio solo dire che per essere in comunione con me bisogna innanzitutto rispettare sempre e comunque le mie idee e i miei sentimenti; bisogna ascoltare la mia voce quando, in una lite che mi opponga a qualcuno, un terzo voglia capire come tale lite sia avvenuta, prima che questo terzo si schieri "a prescindere" con il mio "contendente" senza spiegarmi con motivazioni che siano adatte agli adulti più che ai bambini perchè avrei torto io e ragione lui; bisogna che nessuno osi gridarmi pubblicamente: "fai silenzio tu!" solo perchè ho civilmente tentato di discutere un "ordine" che questo nessuno non aveva alcun titolo per darmi (a scanso di equivoci: non sto parlando di un sacerdote)... Chiedo troppo? Forse sì. Però in cambio m'impegno ad offrire le stesse cose, impegnadomi, in subordine, a chiedere scusa qualora - a causa della mia condizione umana - ne dovessi negare qualcuna. Con la gioia e la libertà di sempre. Giovanni Panuccio
Continuo a pensare... ma ce la farò mai? Sarò capace un giorno di tornare a stimare chi oggi "disistimo" così tanto?
Come tutti, o almeno così spero, mi sono chiesta tante volte dove ho sbagliato, mi sono chiesta se magari avessi potuto fare,o anche non fare, delle scelte che inevitabilmente hanno influenzato in parte il mio stato d'animo di oggi. Non voglio assolutamente essere presuntuosa, ma valutando dal mio attuale modo di vedere le cose credo che rifarei tutto allo stesso modo... anzi, forse avrei dovuto agire in modo più netto in alcuni eventi.
Ecco perchè mi trovo assolutamente sulla linea di pensiero di Giovanni P. quando non riesce ad immaginarsi un perfetto ospite alla festa del perdono...
Attenzione, non è volontà di chiusura ma semplicemente una scelta di coerenza.
Di ipocrisia ce n'è già così tanta.. perchè portarla in un luogo sacro?
I sorrisi forzati,i buoni propositi traditi non mi attirano per niente.
Come posso affrontare le mie diffidenze?
In fondo penso che ogni cosa dovrà un giorno avere un senso, magari oggi non siamo in grado di apprezzare qualche "regalo" che tutto questo alla fine ci ha dato... Qualche amico nuovo, uno vecchio ritrovato, un altro riscoperto... chissà!
E con un pò di malinconia, parafrasando un grande poeta italiano come De Andrè, mi viene da pensare che alla fine.."dai diamanti non nasce niente dal letame nascono i fior".
La festa del perdono ?!………
Il Signore ci vuole santi non eroi L’eroismo può essere di un momento mentre la santità è un eroismo più difficile, quello di ogni istante, di ogni giorno, di tutta la vita.Per questo mi piace il Cristianesimo perché è battaglia, sconfitta, ma anche vittoria, paura superata, gloria, attacco al cielo per conquistare una cosa alla quale noi tutti teniamo molto: la felicità.Una felicità vera ed eterna che non ci sfugga tra le mani quando ci sembra finalmente di averla raggiunta. Se Dio è arrivato al punto di morire per noi significa che ci ama. Solo per questo noi dobbiamo ricambiare il suo amore è una cosa semplice ed insieme difficilissima.Basta amare Lui ed i nostri fratelli o meglio Lui negli altri uomini. Amare, lo so non è facile. Ci sono delle persone, è ovvio, verso le quali ci volgiamo istintivamente con affetto, ma con molte altre, con quasi tutte le altre, parlare di amore può sembrare una vera follia. Dovremmo prendere l’eroica decisione di amare volontariamente di un amore ragionato.
I santi affermano che ci si fa l’abitudine!…
No, cara amica Lucrezia, nostro Signore Gesù, non amava solo coloro che erano in Dio...amava tutti...indistintamente...
ti abbraccio con serenità
15 MAGGIO ore 17,59 , ultimo commento degli anonimi. Certo, è bello parlare e sparlare delle persone senza farsi conoscere.Sarebbe bello però, dare un commento o una idea facendosi conoscere, sia essa costruttiva o meno. Invece noto con tristezza che chi scriveva nell'anonimato lo faceva solo per creare zizzania o problemi per il blog. E non voglio essere cattivo, ma credo che sotto sotto c'era una bella regìa. Ora tutto tace poichè per scrivere ci si deve registrare e registrandosi, i responsabili del blog sanno chi invia determinate missive e se sono diffamatorie , si può tranquillamente risalire a chi ha scritto. l'unica cosa anonima che sinceramente non mi sento di criticare, è una lunga lettera che ha portato a conoscere una verità sconosciuta a tanti. NON a me, che purtroppo, facevo parte di quel gruppo di persone che si erano recate a Reggio Calabria, ed ora, dopo averlo fatto privatamente, pubblicamente chiedo scusa a quei ragazzi che avevano scritto quella bella ma non oltraggiosa lettera e mi vergogno di esserci andato in quel di Reggio. Non ci fermiamo. Diamo un contributo positivo a questa voce.
Pietro
Vorrei ricordare soltanto che oggi, 23 maggio, moriva Giovanni Falcone con la moglie e gli uomini della scorta. Un pensiero doveroso a chi con la sua vita e con il suo coraggio ha dimostrato di essere uomo credibile.
"Il coraggioso muore una volta sola, il codardo cento volte al giorno."
Bravissima Barbara. Hai fatto bene a ricordare la ricorrenza dell'orrendo misfatto perpetrato ai danni delle vite di Giovanni Falcone, della moglie Francesca Morvillo e delle donne e degli uomini della loro scorta nonchè, con essi, della dignità e della libertà dei Siciliani, dei Meridionali e degli Italiani. Speriamo tanto che quei semi gettati sedici anni or sono diano presto copiosi e visibili frutti alla vicina Sicilia, alla nostra Calabria - per molti aspetti ancor più bisognosa - e all'Italia tutta. In ogni caso, questo giorno non arriverà se la grandissima maggioranza dei Calabresi non avrà fatto propri fino in fondo i valori di onestà, sincerità, rispetto e premio del merito, dignità personale espressa nella fedeltà alla parola data e nell'indisponibilità ad accettare compromessi che comportino violazioni, anche a prima vista marginali, delle leggi della Repubblica o di quelle - che talvolta comportano pene per i trasgressori molto più severe - della propria coscienza. Cosciente di essere indegno di quanto ho scritto. Giovanni Panuccio
Bentrovati a tutti !
Questo blog ha avuto l'indubbio merito di avermi fatto aprire gli occhi su una realtà a me prossima, ma sostanzialmente sconosciuta.
Per la natura dei commenti inseriti, sono sempre più convinto che nella nostra comunità c'è un potenziale umano e spirituale che rimane inespresso. Atutto danno della crescita comunitaria e della Chiesa tutta.
Forse da qualche parte nel mondo, forse vicino a noi un mistico starà riparando con le proprie offerte il danno della nostra comunità. Il Corpo Mistico della Chiesa è una realtà viva, operante e, ahimè, sofferente per le continue lacerazioni che patisce per la nostra condotta.
Non so se si è detto o fatto tutto per riportare unità, non sono un rabdomante dell'animo umano, e se anche lo fossi stato, mi sarei dovuto fermare dinanzi al simulacro della coscienza. Non si sarebbe parlato di perdono se non ci fosse stato un torto subìto o perpetrato.Non si può prescindere da questo, altrimenti non si va da nessuna parte. Perdonare non è "volemose bene". Preferisco una disputa aperta ad una pace simulata. Ognuno di noi sa e conosce la propria natura, come conosce e sa il suo essere cristiano quale fondamento abbia.
Barbara poco fa ci ha ricordato la strage di Capaci. Su quell'orrore ha trionfato una minuscola donna siciliana : " io vi perdono" ha detto, strazziata per la perdita del suo uomo.
Volutamente ho lasciato dello spazio in bianco, non me la sento di accomunare quel Dolore alle nostre cose. Ho lasciato uno spazio, per significare che per arrivare a certe scelte occorre fare il salto della fede.
La Chiesa è oltre e di più delle nostre chiese, del parroco, delle processioni, dei tridui e delle novene, è il più grande Mistero di tutti i tempi, che continua il cammino verso il Suo Sposo.
Giovanni
Caro,amico poeta latino,io non ho detto che Gesù amava solo coloro che erano in Dio,non ho capito la tua correzione.Che Gesù ama tutti per me è verità assoluta.
Ti abbraccio anch'io con molto serenutà.
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