Miracolo Eucaristico di Lanciano VIII secolo Processione del Corpus Domini 2002
Le cosiddette “Quarant’ore” d’esposizione ed adorazione eucaristica sono un antichissimo vincolo di fede e d’amore che, da secoli, uniscono gli scillesi alla Santissima Trinità ed al Nostro Signore Gesù Cristo nella peculiare forma dell’Ostia consacrata.
L’ultima ricorrenza di tale pia tradizione risale al 2003 ed è intimo auspicio dei curatori di questo sito che nei prossimi anni possa essere ripresa.
Le “Quarant’ore” rappresentano una sorta di itinerario di fede, simbolico ed effettivo, attraverso le sette chiese della Parrocchia arcipretale di Scilla (quale essa risultava prima dell’unione con la Parrocchia di Favazzina). Tale itinerario parte dal quartiere di San Giorgio – collinare e centrale -, per poi abbracciare Chianalea – la “città dei pescatori” – e Marina Grande, il quartiere del divertimento, concludendosi nella Chiesa arcipretale di Maria Ss. Immacolata, punto di confluenza dei tre quartieri “storici” della città.
Per stabilire le date dei vari appuntamenti con il Santissimo è necessario riferirsi al mercoledì delle ceneri, essendo il lunedì ed il martedì immediatamente precedenti i giorni dedicati all’adorazione presso la Chiesa arcipretale. Da qui, si risale a ritroso al giovedì e venerdì delle cinque settimane precedenti, per fissare le date degli altrettanti appuntamenti nelle chiese rionali e nella Chiesa patronale di San Rocco.
La chiesa di San Giuseppe, situata nella parte settentrionale del quartiere di Chianalea, è esclusa da questo calendario ma non dall’esposizione ed adorazione eucaristica che, in passato, avevano luogo, in forma comunitaria, nella tarda sera di ogni I maggio, essendo anche questo giorno, oltre al 19 marzo, dedicato al Patriarca della Chiesa, con riguardo al suo attributo di lavoratore. Da circa un quindicennio, l’adorazione ha luogo – nelle stesse forme delle “Quarant’ore” – durante il Triduo di preparazione alla Solennità di San Giuseppe, il 19 marzo, dal 16 al 18 marzo. Il motivo dell’esclusione della chiesa di San Giuseppe dal calendario “normale” ha motivi “pratici”, in quanto una sua inclusione significherebbe quasi sempre anticipare l’inizio dell’itinerario in pieno tempo di Natale, essendo, viceversa, le “Quarant’ore” prettamente destinate ad ottenere una più adeguata preparazione spirituale al tempo forte della Quaresima.
Nel corso degli anni, è invalsa la felice abitudine di dedicare all’adorazione eucaristica – personale e comunitaria – anche dei giorni dedicati alla memoria, o alla preparazione alla memoria stessa, dei Santi ai quali gli scillesi sono maggiormente legati, come il 16 agosto, Festa liturgica del Patrono della città San Rocco - giornata già da secoli dedicata interamente alla preghiera – o il Triduo di preparazione alla Festa di San Francesco da Paola.
Il calendario delle “Quarant’ore” propriamente dette prende avvio dalla chiesa di Maria Ss. di Monte Carmelo, nel quartiere di San Giorgio, detta anche, in vernacolo, Santa Loia o Santa Loi per via dell’ubicazione, in passato, nello stesso luogo, di una chiesa dedicata a San Luigi Gonzaga. La settimana successiva si passa alla caratteristica chiesa di San Giovanni Battista e si lascia il quartiere centrale con la chiesa di San Rocco. E’, quindi, la volta della chiesa dello Spirito Santo – che è anche il luogo principale della devozione a San Francesco da Paola -, a Marina Grande, per poi passare alla chiesa di Maria Ss. di Porto Salvo, a Chianalea, e concludere nella Chiesa arcipretale.
Ciascuna delle due giornate si apre con il Santo Rosario della B.V. Maria e con la celebrazione eucaristica, durante la quale è consacrata l’Ostia che subito dopo verrà esposta, quasi sempre in antichi ostensori, talvolta posti su pregevoli tronetti. Segue quindi un’intensa giornata di adorazione e di riflessione personale o di gruppo culminante, nel pomeriggio, nell’adorazione comunitaria meditata, guidata dall’Arciprete e coronata dalla solenne benedizione eucaristica e dalla santa messa.
Tra i frutti più visibili che, nei secoli, ha prodotto il legame d’amore costituito dalle “Quarant’ore” vi è una notevole raccolta di canti, inni, rosari e preghiere, che Scillachiese non esclude di pubblicare in futuro.
Giovanni Panuccio



documentarmi riguardo la vita del nostro protettore e soprattutto riguardo l’antichità del culto a Scilla. Fra i molti testi visionati, senza dubbio il più completo ed esauriente è stato il prezioso volumetto “CENNI SULLA VITA DI SAN ROCCO DELLA CROCE” scritto dall’illustre Canonico Giovanni Minasi nel 1886 e recentemente ripubblicato a cura di Pasquale Arbitrio che lo ha arricchito inserendo le preghiere devozionali e le immagini più caratteristiche della festa. Tra le altre cose, nella parte riguardante l’antichità del culto a Scilla, il canonico parla della presenza nella nostra chiesa patronale di due reliquie, traslate da Venezia da marinai scillesi tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo. Una delle suddette reliquie è così descritta: quest’osso è quasi intero,ma vedesi solo un po’scheggiato e rotto dalla parte dell’apice,ed è sostenuto da quattro uncinetti in una teca d’argento. Esso è lungo millim. 45, largo dalla parte della base millim. 26,e dalla parte dell’apice millim. 15. Su si essa si legge S.Rochus e fu riconosciuta da periti dell’arte per l’apofisi acromion che fa parte della scapola. La curiosità mi pervase subito, perché mentre conoscevo bene la reliquia che durante i festeggiamenti viene collocata sul petto della statua, ignoravo completamente l’esistenza di quest’altra. Iniziai allora a fare delle ricerche che durarono circa due anni e che però non avevano portato buoni risultati: sembrava infatti che questa reliquia si fosse dissolta nel nulla, fino a quando, sia pur a malincuore, lasciai perdere completamente la faccenda. Una sera di novembre 2005, su proposta di Giuseppe Fontana, ci recammo alla “Casa della Carità”, per portare in parrocchia dei paramenti sacri lì custoditi, per poi, su invito del direttore della casa di cura, prendere in consegna anche degli oggetti sacri.










