1) la statua della Vergine Immacolata; 2) l’angelo che è posto a fianco della stessa; 3) il busto raffigurante San Pietro Apostolo; 4) la statua raffigurante San Rocco; 5) un busto di piccole dimensioni raffigurante Sant’Antonio da Padova; 6) una Vergine con Bambino seduta, di dimensioni ridotte. L’elenco di opere marmoree (altari e statue) sarebbe potuto essere molto più lungo se non ci fossero stati i terremoti e – soprattutto - se non si fosse distrutta la Chiesa Matrice per ricostruirla ex novo. Con Don Mimmo si era iniziato un lavoro di recupero. E’ stato lui infatti a voler restaurare la statua dell’Immacolata collocandola all’interno della chiesa salvandola così da “morte” sicura. E’ necessario però riprendere al più presto questo andazzo, per evitare di commettere nuovamente errori gravissimi come quello di averci impedito per sempre di poter ammirare la Chiesa Matrice così com’era quando venne considerata la più bella dell’intera Arcidiocesi compresa la stessa Cattedrale!
Rocco Panuccio
05 novembre 2008
“ OPERE IN MARMO, EMBLEMA DI RICCHEZZA E PRESTIGIO ”
In passato, il benessere ed il prestigio di un popolo si vedevano anche dal fasto con il quale le Chiese erano ornate. Elemento fondamentale, in questo senso, era l’utilizzo del marmo come materiale di abbellimento. L’importanza del marmo come elemento di prestigio si nota ammirando tutte le chiese che hanno gli altari in gesso dipinti come se fossero composti da pannelli marmorei per ostentare la bellezza di questo pregiato minerale attraverso tecniche pittoriche. Le chiese di Scilla hanno quasi tutte altari in marmo di diversi stili artistici. La chiesa di Porto Salvo e quella di San Giuseppe posseggono l’Altare maggiore in marmo bianco. Dalle linee architettoniche settecentesche, quindi lineari, questi altari posseggono però elementi decorativi in bassorilievo molto interessanti. Nella Chiesa Matrice, con i lavori di abbellimento artistico, è stato ricomposto un altare nella cappella del Santissimo. Quest’ultimo, che è formato interamente da marmi antichi restaurati, colpisce per la bellezza del tabernacolo. In esso, infatti, è scolpita una testa di cherubino che sovrasta un baldacchino sormontato da una corona. La chiesa di San Rocco possiede un altare di stile neoclassico figlio dell’epoca di realizzazione (1872) che colpisce per la varietà di marmi e per il tabernacolo composto da un timpano con cornice in marmo bianco sorretto da quattro colonnette con capitello corinzio. Infine l’altare della chiesa dello Spirito Santo è un gioiello dell’arte barocca che fa da cornice alla bellissima tela raffigurante la discesa dello Spirito Santo sulla Vergine e gli Apostoli (F. Celebrano, 1799). La cosa che colpisce di più, però, è la grande varietà di marmi utilizzati. Basti pensare che solo per realizzare l’altare della chiesa dello Spirito Santo ne sono state utilizzate oltre dieci varietà differenti! Il marmo immancabile per ogni nostra chiesa è però il bianco di Carrara. L’utilizzo di questi marmi pregiati è dovuto al commercio sul quale si fondava l’economia scillese. Il Canonico Giovanni Minasi scrive ad esempio che le imbarcazioni tornavano a Scilla dai viaggi commerciali piene di marmi preziosi e di dipinti di valore. Altro elemento di prestigio per le chiese era la presenza di sculture marmoree. Noi ne possediamo sia intere che frammenti. Quelle intere sono:
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1 commento:
combattete affinchè le bellezze artistiche che necessitano il recupero, vengano recuperate..combattete con tutti voi stessi,qui a monasterace stiamo facendo lo stesso per la Madonna di portosalvo..
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