Come è nato il blog "scillachiese"?

Questo blog nasce dalla fede e devozione che,
questo piccolo gruppo di ragazzi,
ha verso le proprie chiese
e ciò che rappresentano.

31 maggio 2008

La B.V. Maria Visita Santa Elisabetta

Il mese di maggio è dedicato interamente alla Madonna e si conclude con la festa della Visitazione della Beata Vergine Maria a Santa Elisabetta.
E’ la festa dell’incontro di due madri: Maria, la madre del Signore, e Santa Elisabetta, la madre del precursore di Dio, cioè Giovanni il Battista.
Ciò che emerge dal racconto evangelico è il vero amore verso il prossimo, l’umile servizio per aiutare gli altri, la carità fattiva “ Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città della Giudea, dove abitava la sua anziana cugina Elisabetta, prossima a diventare madre” (cf Lc 1,39-40).
Insomma Maria pur divenendo da li’ a poco la madre del Signore, si fa serva e mette tutto in secondo piano rispetto la carità.
Questa festa mariana, viene vissuta e celebrata nella nostra comunità, ai piedi del castello, dove una piccola grotta ospita la Madonnina del porto o del mare.
E’ un vero e proprio pellegrinaggio: la gente con atto di vera devozione a Maria si mette in cammino dai vari quartieri per VISITARLA e INCONTRARLA.
Qui viene recitato il Santo Rosario meditato, intercalando tra una posta e l’altra i canti popolari mariani più conosciuti in modo che TUTTI possano partecipare alla preghiera , nessuno escluso. Subito dopo viene celebrata la Santa Messa , in onore di Maria, gremita di persone.
Mi corre l’obbligo ricordare e ringraziare come scillese tutte quelle persone che il giorno prima della celebrazione puntualmente ogni anno, si ritrovano per pulire questo luogo e tutte quelle persone che si adoperano nel curare la liturgia. Da quest’umili gesti si concretizzano tre aspetti presenti nel vangelo di oggi: l’amore per il prossimo, il servizio, la carità. Ma la cosa meravigliosa e’che con il contributo di tutti si realizza all’interno di quella grotta il Miracolo Eucaristico.
Questa pia tradizione ha subito l’anno scorso un’interruzione ma sembra che quest’anno si voglia ripristinare , sperando di vero cuore che sia l’inizio del ritorno di tante altre ESPERIENZE DI FEDE soppresse in questi cinque anni .


NOTIZIE STORICHE SULLA MADONNINA DEL PORTO O DEL MARE

La Madonnina venne commissionata dalla Dott.ssa Paladino Brancati Antonia allo scultore Monteleone nel 1953; l’opera è interamente in bronzo.
In quel periodo la Dott.ssa Paladino era Sindaco di Scilla e volle che la statua, realizzata a proprie spese, fosse collocata nel posto dove ancor oggi è posta. La grotta che ospita la Madonna è stata scavata dai tedeschi, i quali volevano realizzare un rifugio ben più profondo per ripararsi di bombardamenti. Ma su intervento della compianta Contessa Zagari presso il Prefetto di Reggio Calabria del tempo questo fu evitato.
L’altare su cui poggia la Madonna è stato costruito, su richiesta del Sindaco Dott.ssa Paladino, dall’ingegnere messinese Gioffrè che in quel periodo curava alcune opere di rifacimento del porto.
L’intronizzazione della statua avvenne alla presenza del Prefetto di Reggio C., dall’Arcivescovo Mons. Giovanni Ferro, dall’arciprete Mons. Santo Bergamo e dalle autorità civili e militari. A salutare la Madonna con il loro suono vi erano poi numerose navi militari e imbarcazioni mercantili.
Le fonti da cui ho attinto queste notizie storiche sono il Prof. Francesco Como e la Dott.ssa Paladino, residente a Pescara, la quale gentilmente ha fornito telefonicamente le informazioni sopra citate.
A loro vanno i più sentiti ringraziamenti per la collaborazione.
W MARIA.
Giuseppe Fontana.

25 maggio 2008

Solennità del CORPUS DOMINI

Oggi è la solennità del Corpus Domini, festa istituita nel 1264 per volere del Papa del tempo dopo il Miracolo Eucaristico di Bolsena.In questa Festa si contempla il miracolo che avviene durante la Santa Messa: vale a dire la transustanziazione o, per meglio dire, la trasformazione del pane e del vino che - per intervento dello Spirito Santo - diventano Corpo e Sangue di Cristo. Questo avviene da quando Gesù il giovedì dell'ultima cena - sapendo che da lì a poco avrebbe lasciato per sempre i suoi, salendo sulla Croce per noi - volle rimanere per sempre tra noi celato nell'Eucaristia, Vivo e Vero.
A Scilla la Festa del Corpus Domini è stata sempre curata ed attesa. Un tempo tutte le strade venivano colorate da fiori e dalle coperte più belle, creando un continuo di colori da un capo all'altro del paese, costruendo innumerevoli altarini dedicati per lo più al sacro cuore di Gesù. A Chianalea, tutte le imbarcazioni dedite alla pesca si disponevano nei vicoli che scendono a mare, tutte addobbate con fiori e ghirlande, e aspettavano il passare del Signore. Questa grande devozione si può vedere anche da segni che richiamano questa Festa che anticamente adornavano alcune abitazioni di Scilla. Un tempo - quando la processione procedeva verso il ritorno in chiesa ed il sole declinava al tramonto - le donne che tessevano la seta illuminavano le strade con le conocchie (piccoli mazzi di gelso) che avevano preparato per l'occasione. Oggi l'antica devozione è viva, le coperte non colorano più tutte le strade ma molte persone abbelliscono i balconi come una volta e gli altarini sono sempre motivo di ammirazione da parte dei passanti per la cura, bellezza e attenzione che intere famiglie o vicinati dedicano alla preparazione del Trono di NS. Signore.

Costantino
Foto 2008



20 maggio 2008

"SCILLA, COMUNITA’ MARIANA"


Scilla, la cui storia ha radici che si perdono nella notte dei tempi, è una comunità cristiana sin dagli albori stessi del cristianesimo. La cosa che colpisce di più è che in questi secoli di tradizione cristiana è andato sempre crescendo e radicandosi il culto alla Vergine Maria, da sempre Titolare dell’unica Parrocchia scillese, pur nei diversi Titoli a Lei dedicati, figli delle varie epoche storiche. All’interno della cappella del Santissimo Sacramento della chiesa Matrice è custodito un dipinto su tavola raffigurante (verosimilmente) la Vergine Odigitria, titolo bizantino che si può tradurre come “Colei che indica la via”, chiamata dagli scillesi Madonna della Porta, per via dell’arco arabo-moresco, dipinto alle sue spalle (Canonico G. Minasi) . Di fattura antichissima, è riconducibile per le sue peculiarità esecutive al periodo bizantino. Questo dipinto è il più antico presente oggi a Scilla: era posto nell’originaria chiesa bizantina, divenuta poi cripta della soprastante chiesa Matrice. Successivamente, e cioè tra la fine del XV secolo e gli inizi del XVI, venne collocata sull’altare maggiore la statua marmorea della Vergine Maria, con ai lati due angeli, anch’essi marmorei, genuflessi in atto di venerazione, restando sempre la Vergine titolare della nostra parrocchia. Nel 1999, questa Sacra Effige venne collocata all’interno della chiesa Matrice, nel corso dei lavori di abbellimento della chiesa stessa, per volere dell’allora arciprete don Mimmo Marturano, recuperandola in tempo dall’erosione, essendo stata esposta per circa trent’anni sulla facciata. Ma, come molti sapranno, Scilla possedeva altre chiese, non più esistenti oggi a causa dei terremoti e soprattutto degli “uomini”, sparse un po’ in tutto il territorio comunale. Ebbene, di queste chiese, ben tre erano dedicate alla Vergine Maria! La chiesa della Madonna Addolorata, collocata dove ora sorge il belvedere Morselli e distrutta dal terremoto del 1908; la chiesa della Madonna delle Grazie, collocata dove ora sorge il muro della stazione, di fronte all’ingresso del lungomare, la cui pala d’altare è oggi custodita nella chiesa Matrice, distrutta per poter costruire la soprastante stazione ferroviaria; la chiesa della Madonna del Rosario, che possedeva anche una confraternita, collocata dove ora è posta la rosa dei venti in piazza San Rocco, distrutta in parte dal cataclisma del 1908, in parte dal corpo dei vigili del fuoco. Ma l’elemento che più di ogni altro fa di Scilla una comunità mariana è che le sette chiese esistenti oggi a Scilla, eccezion fatta per la plurisecolare chiesa di San Rocco, sono tutte intitolate alla Vergine o a Lei strettamente collegate. Le chiese intitolate alla Vergine Maria sono: la chiesa Matrice dell’Immacolata, la chiesa di Maria Santissima di Porto Salvo, la Chiesa del Carmine e la chiesa della Madonna del Buon Consiglio, ai più conosciuta come chiesa di San Giovanni Battista. La chiesa di San Giuseppe era originariamente intitolata all’Annunziata, come ricorda il nome del rione in cui sorge, e come ricorda il paliotto tufaceo della Mensa Eucaristica. La chiesa dello Spirito Santo è ovviamente intitolata alla Terza Persona della Santissima Trinità, nella quale assume particolare rilievo però Maria, in quanto Regina degli Apostoli. Da queste righe emerge chiaramente come Scilla, città antichissima, abbia sempre affidato, nella prosperità e nel bisogno, le proprie sorti all’intercessione della Beata Vergine Maria.

Rocco Panuccio

18 maggio 2008

Solennità della SS Trinità

Oggi la chiesa universale festeggia la solennità della SS Trinità. Questa è una festa molto importante, perchè si festeggia, Dio Uno e Trino. La SS Trinità è la perfetta Comunione del Padre del Figlio e dello Spirito Santo. Il Padre Creatore di tutte le cose, fin dal principio è Uno insieme col Figlio adorato e glorificato, e allo Spirito, che ha parlato per mezzo dei Profeti. La SS Trinità Padre, Figlio, e Spirito Santo sono l'Amore perfetto, al quale noi tutti siamo chiamati ad aspirare

17 maggio 2008

Il blog Scillachiese si da un logo

E’ da un pò di tempo che ci lavoravamo su e finalmente ci siamo riusciti, siamo riusciti a creare un nostro logo, una cosa che ci contraddistingua, con degli elementi a cui abbiamo dato un degno significato a cui ispirarci ora e perché no anche in futuro. Con questo scopo dobbiamo dire anche che abbiamo adempiuto ad una altra voglia di comunicare a tutti il nostro messaggio e dal logo sono usciti fuori anche degli adesivi.
Il logo è semplice, ma ricco di significati. Abbiamo voluto porre al centro di tutto la Croce, simbolo della religione Cristiana, ma anche di Comunione, fratellanza, pace e perché no di dialogo. Nella parte destra del disegno invece abbiamo voluto porre la Chiesa Matrice e sotto la Chiesa dello Spirito Santo come richiamo alla nostra voglia di parlare e discutere delle bellezze culturali che le nostre Chiese possono esprimere e nella parte sinistra che fa da cornice finale al logo il paesaggio del nostro splendido paese che accoglie tutto quello che c’è di bello ed importante.
Gli adesivi sono stati realizzati con due colorazioni differenti (blu e dorato), speriamo di distribuirli a tutti, ma chiunque ne voglia entrare in possesso può farne richiesta allo Staff.
Con questo piccolo articolo il blog Scillachiese spera di fare ulteriori piccole sorprese, ma un particolare ringraziamento va dato anche all’artista scillese Sabina Benedetto che si è prodigata alla realizzazione del logo.

Lo Staff

13 maggio 2008

DOV’È CARITÁ E AMORE, QUI C’ È DIO: UN GIORNO SULLE ORME DI SAN FRANCESCO.

Era da Febbraio 2008 che si parlava di un possibile pellegrinaggio a Paola in onore di San Francesco. Dopo alcuni imprevisti è stata fissata la data del 10 Maggio con l’organizzazione della Signora Ninuccia Pippia. Alle 7 del mattino eravamo in tanti ad affollare i punti di ritrovo previsti per la partenza; erano presenti rappresentanze di tutti i quartieri di Scilla e Favazzina; eravamo in tanti, ognuno con il proprio sacco pieno di gioie e dolori da offrire a Gesù per intercessione di San Francesco. Il viaggio è trascorso in piena armonia e preghiera. Prima tappa del pellegrinaggio è stata la chiesa dei Padri Passionisti a Fuscaldo, città nativa della madre di San Francesco. Grazie alla disponibilità dei Padri, tutti insieme abbiamo partecipato alla Santa Messa che è stata animata dal nostro gruppo. Ad aiutare il Sacerdote, durante la funzione liturgica, si sono prestati amorevolmente Rocco Panuccio e Giuseppe Fontana i quali hanno indossato l’abito della confraternita di San Francesco. Insieme abbiamo vissuto dei bei momenti di profonda riflessione dove il Sacerdote si è soffermato sull’importanza della figura di Gesù nella nostra vita: la vita di Gesù, vissuta interamente in comunione con il Padre, deve diventare la nostra vita. La vita di ogni cristiano è l’incontro con Gesù. San Francesco, come tutte le figure dei Santi, sono l’esempio della vera vita cristiana;sono veri discepoli di Gesù e hanno impresso nel loro cuore come un sigillo il bisogno di vivere come dice il Vangelo, hanno la voglia di diventare discepoli del Padre come Gesù. È stato bellissimo vedere tanto raccoglimento. Terminata la nostra visita a Fuscaldo e dopo avere pranzato in un ristorante locale, ci siamo recati a Paola presso il Santuario del Santo della
Carità. Non sapevamo, però, che c’era una sorpresa per tutti noi: nella piazza antecedente il Santuario c’era Padre Morosini, che il giorno prima era stato nominato nuovo Vescovo della diocesi di Locri-Gerace che con molto affetto, pazienza e generosità ci ha accolti. Dalla piazza siamo partiti tutti insieme intonando il rosario in vernacolo di San Francesco, per arrivare nella cappella delle reliquie dove Sua Eccellenza Morosini ha impartito la Sua solenne benedizione su tutti noi e su un quadro raffigurante Scilla con San Francesco che attraversa lo Stretto di Messina con il mantello, fatto fare per la ricorrenza del 5° centenario della morte del Santo e che sarà riposto nel nostro Paese. Non scorderò facilmente il volto, visibilmente emozionato, della Signora Ninuccia Pippia (e di tutti i presenti) per questa sorpresa così gradita e inattesa che abbracciandomi disse: “ e cui sa spittava na cosa i chista!”. Il nostro pellegrinaggio continuò verso il luoghi di preghiera del Santo. Quanta pace e serenità che trasmette questo luogo; basta fermarsi un attimo, fare un respiro profondo per sentire il profumo della preghiera. Quanta umiltà si vede visitando questi luoghi:tutti piccoli cunicoli scavati nella pietra; si intuisce che ciò che veramente stava a cuore a questo grande Santo non erano le cose materiali ma celebrare le meraviglie del Signore. Tanta preghiera veramente partecipata e vissuta con il cuore, in un clima di armonia e pace; ecco come abbiamo trascorso questa giornata. Il sacco che prima era pieno di gioie e dolori è ancora pieno ma di serenità e amore e spero tanto che, con l’aiuto del Signore e con la nostra perseveranza nella fede, possiamo trasmetterla agli altri, possiamo prodigarci per gli altri seguendo l’esempio di San Francesco. Tutti noi siamo chiamati alla santità, non avrebbe senso altrimenti la venuta di Gesù; per tutti noi c’è posto nelle braccia infinitamente grandi di Dio Padre. Santa Teresina del Bambino Gesù diceva che “la grazia e l’amore di Dio si manifesta in tutte le anime, dalle più semplici alle più sublimi”. Credo sia essenziale prendere come modello di vita i Santi; essi, come dice il Concilio Vaticano II, proclamano le meraviglie di Cristo e propongono ai fedeli opportuni esempi da imitare, ci aiutano a trovare la via per la salvezza eterna. Allora con cuore umile e sincero cerchiamo di imprimere nel nostro cuore quello che era “il motto” ma ancor di più la vita di San Francesco: CHARITAS!!!

Con affetto, Francesca Scarano


by alex

11 maggio 2008

Domenica di Pentecoste: Dio ha mandato il Suo Consolataore!




Vieni, Santo Spirito,manda a noi dal cieloun raggio della tua luce.

Vieni padre dei poveri,vieni datore dei doni,vieni, luce dei cuori.

Consolatore perfetto,ospite dolce dell'anima,dolcissimo sollievo.

Nella fatica, riposo,nella calura, riparo,nel pianto conforto.

O luce beatissima,invadi nell'intimoil cuore dei tuoi fedeli.

Senza la tua forza,nulla è nell'uomo,nulla senza colpa.

Lava ciò che è sordido,bagna ciò che è arido,sana ciò che sanguina.

Piega ciò che è rigido,scalda ciò che è gelido,sana ciò ch'è sviato.

Dona ai tuoi fedeliche solo in te confidanoi tuoi santi doni.

Dona virtù e premio,dona morte santa,dona gioia eterna.Amen.
(Sequenza, dalla liturgia della solennità di Pentecoste)

Con la domenica di Pentecoste si conclude il tempo più solenne e più pieno dell'anno liturgico cattolico: il tempo di Pasqua. Il tempo, cioè, nel quale Dio ci svela - a "tappe" - una parte importante del Mistero della Salvezza eterna e, quindi, del senso della nostra Fede, assicurandoci, con la fine di questo percorso - proprio con la Pentecoste - che non ci lascerà soli, avendoci inviato il Suo Consolatore - lo Spirito Santo - che sarà sempre con noi.Il termine deriva dal greco antico e significa, letteralmente, "la cinquantesima giornata": tanti, infatti, sono i giorni che la separano dalla Pasqua.Così come la Pasqua, anche la Pentecoste ci è tramandata dagli Ebrei "nostri fratelli maggiori" (Giovanni Paolo II, 1986), sia pur con significato diverso anche se accomunato dall'amore-attenzione di Dio per il suo popolo. Per gli Ebrei, la Pentecoste è la giornata del ricordo e del ringraziamento a Dio per i tanti doni che ha fatto al suo popolo, a cominciare dal più importante: le Tavole della Legge di Mosè.E così come la Pasqua, anche la Pentecoste celebra un cruciale avvenimento raccontato da San Luca negli Atti degli Apostoli: la discesa dello Spirito Santo su Maria Madre di Gesù e sugli Apostoli.L'immagine di tale discesa fornitaci dall'Evangelista è dirompente: un forte vento si abbatte fin dentro la casa dov'erano riuniti. Ne nascono delle lingue di fuoco che, dividendosi, si poggiano su Maria Santissima e su ciascuno degli Apostoli. A questo punto lo Spirito Santo dà loro la facoltà di esprimersi nelle lingue più disparate, tanto che i fedeli delle più varie nazionalità - giunti a Gerusalemme in occasione della Pentecoste degli Ebrei - hanno tutti la possibilità di comprenderli, cosa che non manca di stupirli.La definizione dogmatica della Santissima Trinità come di "Un Solo Dio in Tre Persone uguali e distinte" - e, quindi, anche la canonizzazione della Solennità di Pentecoste - dovrà attendere i Concili dei primi secoli e la prima affermazione di un minimo di autorità della Chiesa cattolica per far fronte alle innumerevoli eresie ma, come si vede, essa è "in nuce" già presente nelle Sacre Scritture, con l'avvento dello Spirito Santo del quale, prima dell'episodio della Pentecoste, parla lo stesso Gesù quasi annunciando l'episodio stesso mentre promette ai suoi discepoli che presto invierà loro il Consolatore.Nei Vangeli e negli Atti, come in parte abbiamo visto, lo Spirito Santo è presentato quasi sempre sotto forma di vento o - meglio - di "soffio", oppure di vero e proprio fuoco, immagine naturalmente associata alla Divinità dagli esseri umani di tutti i tempi e luoghi.Lo Spirito Santo è "principio di santificazione dei fedeli, di unificazione della Chiesa, di ispirazione negli autori della Sacra Scrittura. È colui che assiste il magistero della Chiesa e tutti i fedeli nella conoscenza della verità (è detto anche 'Paraclito', cioè 'Consolatore')." (vedi: http://www.santiebeati.it/dettaglio/20266). Tra i suoi innumerevoli doni, sette sono particolarmente preziosi: "sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà e timore di Dio".La celebrazione della Solennità prevedeva inizialmente un Novenario, poi ridotto ad un Triduo e, quindi, a due giorni finché anche il lunedì di Pentecoste è stato soppresso dalla Chiesa nel secolo scorso: esso rimane, tuttavia, come ricorrenza civile in Francia e in alcune Nazioni a maggioranza cristiano-protestante.La rappresentazione sacra dello Spirito Santo e dell'episodio pentecostale ha ricalcato la descrizione neotestamentaria come prova, ad esempio, la splendida pala d'altare "Pentecoste" o "Discesa dello Spirito Santo" del 1799, opera di Francesco Celebrano (vedi: http://it.wikipedia.org/wiki/Francesco_Celebrano), custodita nella chiesa dello Spirito Santo di Scilla, quartiere di Marina Grande, ed oggi sottoposta a gravi rischi di danneggiamento, causa umidità, stante la pervicacia nel voler tener chiusa - impedendo, quindi, il normale ciclo di aerazione - la chiesetta tardobarocca, ben prima dell'inizio dei lavori di restauro e tutt'ora che sono in gran parte terminati.La chiesa dello Spirito Santo è una delle tante inequivocabili testimonianze dell'attitudine degli scillesi di fare di Maria Santissima e delle Sante e dei Santi di Dio non degli idoli - lignei, marmorei o cartacei - ma dei testimoni dell'azione di questo Spirito divino. D'altra parte cos'è, se non proprio lo Spirito Santo, quel fuoco che nelle rappresentazioni figurative, associato alla dicitura "Charitas", incendia il petto di San Francesco da Paola, santo venerato, non a caso, proprio nella chiesa di Marina Grande?


Giovanni Panuccio

08 maggio 2008

06 maggio 2008

Gli Scillesi e San Rocco, un rapporto davvero Speciale

A Scilla la devozione verso San Rocco ha origini antichissime. Alcune testimonianze, affermano che nei momenti di difficoltà, gli scillesi si sono sempre affidati all’intercessione del loro Santo Patrono con fede e devozione. A tal proposito voglio raccontare un episodio di grande devozione verso San Rocco. Nel 1939 mio nonno, Salvatore Briganti, venne chiamato in guerra e vi rimase per sei lunghi anni. Da quello che racconta mia nonna Pasqualina, sua sposa, quando il nonno partì, lasciò lei e il loro primogenito Giuseppe, che allora aveva appena tre mesi. Nell’arco di questi sei anni, il nonno fu prigioniero in Egitto, Marocco e poi in Inghilterra. L’unico mezzo di comunicazione che lo legava a mia nonna, erano le lettere. Quand’era in Egitto, il nonno mandò una lettera a casa, nella quale, pur essendo in prigionia, rassicurava mia nonna sulle sue condizioni di salute e chiedeva di avere inviato un pacco con degli indumenti nuovi per potersi vestire. Subito la nonna lo mandò. Dopo di ciò, per circa un anno, nonna Pasqualina non ricevette nessuna notizia del nonno, ed ormai si era rassegnata all’idea che fosse caduto in prigionia. Ma un bel giorno, un signore, bussò alla sua porta, portandogli una lettera. Era il nonno che scriveva, rassicurando la nonna ed informandola che era stato trasferito in Marocco e che il pacco richiesto non lo aveva ricevuto. La permanenza in Marocco durò circa tre anni, fino a quando nel 1944 venne nuovamente trasferito, questa volta in Inghilterra.
Qui i soldati erano impegnati a svolgere diversi lavori e mio nonno venne messo a lavorare la seta. Nel tempo libero sentì il bisogno di creare “un’opera d’arte”, se così la possiamo considerare ! Al termine della guerra, quest’opera il nonno la portò a casa con se. Era il novembre del 1945 e al suo arrivo, come racconta la nonna, aveva sotto braccio un pacco all’interno del quale era avvolto un bellissimo quadro con raffigurata l’immagine di San Rocco. Nonno Salvatore, nel raccontare tutti gli episodi della guerra e degli anni di prigionia, affermò che proprio nei momenti di maggiore difficoltà, sentì il bisogno di avere tra le mani qualcosa che lo avvicinasse al Santo di Momptellier, e non possedendo sue immagini, con della seta creò un bellissimo quadro che raffigurava la bellissima statua che Scilla possiede, quadro che tuttora è appeso nella camera di mia nonna. Ciò a testimonianza della grande devozione che da tempo immemorabile, il popolo scillese ha nei confronti di San Rocco, una figura esemplare, importante e rilevante per la vita di ognuno di noi.


Salvatore Briganti

04 maggio 2008

Ascensione di Gesù al Cielo

L’Ascensione di Gesù al Cielo, è la grandiosa conclusione della permanenza visibile di Dio fra gli uomini, preludio della Pentecoste, inizia la storia della Chiesa e apre la diffusione del cristianesimo nel mondo.

02 maggio 2008

1° Maggio: Solennità di San Giuseppe artigiano

Fra le tante sante tradizioni che facevano parte del calendario liturgico della Parrocchia Scillese, merita senza dubbio di essere ricordata, la solennità di San Giuseppe artigiano. La Chiesa Universale commemora la solennità di San Giuseppe il 19 marzo, mentre il primo maggio festeggia il San Giuseppe “uomo“ nella sua attività di artigiano. Ovviamente questa solennità è stata da sempre sentita, in particolar modo, da tutti gli artigiani Scillesi, che in questa data vedevano appunto un giorno di festa a loro dedicato. Una bellissima tradizione si osservava a Scilla ogni anno proprio in questa data, ossia quella di celebrare la Santa Messa, a turno, nei vari esercizi commerciali, laboratori ed officine, presenti in paese. Era con grande gioia, che l’artigiano di turno, sistemava al meglio il proprio locale, per poter ospitare la folla di gente, che puntuale ogni anno affluiva per questa ricorrenza. Era bellissimo vedere come il Miracolo della Consacrazione, si avverasse in luoghi estremamente diversi da quelli ecclesiastici, ma fortemente permeati dalla presenza di Dio, nella fatica quotidiana di ogni lavoratore. Era bellissimo vedere anche la comunità in cammino, che in comunione, si spostava nel luogo dove la cerimonia si svolgeva. Erano momenti davvero molto intensi, nei quali a prevalere era il senso di comunità. Purtroppo, come tutti ormai si saranno accorti, anche questa bellissima tradizione è stata stravolta prima ed abrogata dopo. E’ stata modificata, quando si è deciso di celebrare la Santa Messa nella chiesa di San Giuseppe, e non nei vari esercizi commerciali, ed è stata abolita quando si è pensato “ bene “ di non celebrare più neanche la messa in Chiesa. E’ estremamente chiaro come questo ennesimo cambiamento non abbia portato benefici alla comunità, anzi – come per tutte le altre tradizioni abolite – l’effetto è stato contrario, trasformando un giorno di intensa comunione comunitaria, in una semplice ricorrenza utile per scampagnate e gite fuori porta. Nello scrivere queste brevi righe, voglio far ricordare bei momenti inspiegabilmente abrogati, con l’obbiettivo di lasciare una testimonianza su una delle più belle e significative tradizioni Scillesi, utile in virtù di un suo ripristino in futuro, con la speranza che i tempi che verranno saranno più “ rosei “ di quelli che attualmente la Comunità Cattolica Scillese, è costretta suo malgrado a sopportare.

Rocco Panuccio