Come è nato il blog "scillachiese"?

Questo blog nasce dalla fede e devozione che,
questo piccolo gruppo di ragazzi,
ha verso le proprie chiese
e ciò che rappresentano.

26 marzo 2008

San Gaetano Catanoso e la Casa del Fanciullo


“ UN TESTIMONE DEGLI INIZI ”

Ho conosciuto tramite la Dott.ssa Paladino Brancacci, allora sindaco, Padre Catanoso e da quel momento l’ho frequentato assiduamente legandomi a Lui in maniera profonda e adottandolo quale mio padre spirituale. Prima delle sue qualità religiose vorrei parlare delle Sue qualità umane. Mi ha colpito di questo Santo Sacerdote la sua sincerità, la sua correttezza, e la costanza nel portare a termine le opere progettate. Credeva ciecamente negli uomini e nella loro innata bontà. Mai l’ho sentito esprimere per la società nel suo insieme o per i singoli componenti giudizi amari o negativi. Sotto il profilo religioso ho ammirato la sua ascesi silenziosa e credo che fosse severissimo con se stesso più che con gli altri. Profondamente devoto alla Chiesa ne viveva i misteri con assoluta intransigenza affidandosi sempre “ In Domino “ mentre cercava di lenire le sventure altrui con opere di carità maturate in funzionali organizzazioni assistenziali. Il Cristianesimo, veniva praticato, da Padre Catanoso, non con le parole soltanto ma, secondo lo spirito del Vangelo, anche con le opere. Il suo attivismo fino a tarda età giustifica questa certezza che i poveri, i miseri, gli umili, e principalmente gli orfani, non solo hanno bisogno del sorriso e del conforto verbale, ma anche dell’aiuto, e di un affetto che si manifesti attraverso opere evidenti. Per questi due atteggiamenti portati al loro compimento con assoluta umiltà è riuscito in Scilla a costruire da un luogo di pena (carcere) un luogo di preghiera. Come testimone diretto di questo attivismo posso annotare la trasformazione in Scilla dell’edificio adibito a carcere in asilo ed orfanotrofio prima, in casa di cura per anziani dopo, affidato alle sue suore: tale è rimasto ancora oggi rafforzandosi sempre di più, ininterrottamente dal 1937, a testimonianza della presenza ancora tangibile tra di noi di Padre Catanoso. Merita attenzione e plauso anche nel mondo laico questa struttura che per decenni ha operato disinteressata a favore di bambini privi di uno o entrambi i genitori. Questi innocenti con un bisogno enorme di affetto hanno trovato nell’orfanotrofio di Padre Catanoso e nell’opera delle sue suore un naturale sostituto delle privazioni loro accorse. Ciò tanto più quanto meglio le suore agiscono con dedizione assoluta e con squisito senso materno. Questa nuova figliolanza produce ogni giorno i suoi frutti anche a distanza di tempo, anche da sposati o appena sistemati gli alunni dell’ex orfanotrofio tornano a Scilla riconoscenti e ricercano le antiche educatrici con gli occhi e i sentimenti di chi ricerca una mamma lontana. Una famiglia che si espande e si ricompone in continuazione vegliata dall’alto dal sorriso sempre bonario, disarmante e affratellante del Padre fondatore. In un mondo nel quale i guasti della famiglia vanno aumentando, l’opera di San Gaetano Catanoso non può e non deve che espandersi poiché l’infanzia abbandonata purtroppo va crescendo, e nei piccoli il bisogno di affetto e di protezione.

Prof. Francesco Como


Noi del blog ringraziamo affettuosamente il carissimo Prof. Francesco Como che con questa testimonianza ha ricordato San Gaetano Catanoso, un Santo reggino, ed in particolare una splendida e bisognosa struttura presente a Scilla. Inoltre vogliamo ricordare che a codesta struttura è possibile fare delle offerte affinche si possa sempre tenere vivo il ricordo di San Gaetano Catanoso.

25 marzo 2008

La SS Annunziata




Oggi l’Angelo Gabriele annuncia a Maria che è stata scelta da Dio, chiede il suo sì affinchè Cristo si incarni a opera dello Spirito Santo e possa manifestarsi con la sua nascita nella storia dell’umanità. (Liturgicamente quest'anno l'annunciazione si festeggia il 31 marzo)
Questa Festa veniva celebrata nella chiesa di San Giuseppe già della SS Annunziata, in quanto dopo l’ultimo restauro, il nuovo altare è stato dedicato alla Nunziata, apponendo allo stesso un bassorilievo, opera in tufo di Francesco Burzomato rappresentante l’annuncio ambientato proprio nella chiesa di S. Giuseppe.

23 marzo 2008

Pasqua di Risurrezione del Signore

"Il Primo Giorno della Vita Nuova"

Lo STAFF del blog scillachiese
augura a tutti una buona ed una santa Pasqua.

20 marzo 2008

La Settimana Santa il Triduo Pasquale e "i Varetti"

Oggi inizia il Triduo Pasquale, questa sera sarà celebrata l’istituzione dell’Eucaristia. Questo da sempre è stato un appuntamento importante per la nostra parrocchia, da tempo immemorabile venivano scelti 12 pescatori per rappresentare gli Apostoli, perché Cristo prima d’istituire l’Eucarestia si fa servo, si abbassa a terra per lavare i piedi a coloro che da lì a poco manderà a convertire il mondo, affinché gli apostoli e chi sarebbe stato chiamato dopo di loro anche chi sta a capo, capisse che il primo compito è quello di servire non di essere servito, per questo il Papa e definito servo dei servi. Domani sarà il giorno della morte di Gesù verrà celebrata la Passione e
Morte, anticamente rievocata con le "Varette", Sabato sarà il giorno del silenzio, che avrà fine la notte della Resurrezione.


Antica Chiesa dell'Addolorata e Calvario detto "i Cruci" entrambi a punta "Pascì"

L'ANTICA E COMMOVENTE TRADIZIONE DELLE VERETTE

Una delle più belle e commoventi tradizioni legate alla Settimana Santa a Scilla era costituita dalla processione delle cosiddette Varette , ossia delle opere scultoree raffiguranti i Misteri Dolorosi del Santo Rosario. La processione aveva inizio alle primissime ore del pomeriggio del Venerdì Santo, iniziando il suo percorso dalla chiesa di san Rocco e proseguendo per i vicoli di Chianalea, per Marina Grande (i più anziani raccontano che quando ancora non esisteva il lungomare la processione si snodava per le viuzze del rione Spirito Santo che per la loro strettezza consentivano il passaggio della statua raffigurante Cristo in Croce, solo se sprovvista di stanghe e trasportata di traverso), arrivando sino a Punta Pacì, luogo rappresentante il Monte Calvario dove, fino a non molti anni fa, esistevano tre Croci ,quella del Cristo al centro, e quelle dei due ladroni ai lati. In questo luogo, l’Arciprete provvedeva a recitare preghiere devozionali e tradizionali, per poi riprendere il cammino di ritorno verso piazza san Rocco. La processione si apriva con un crocifisso portato a cambio da due persone (erano suocero e genero) che indossavano un camice bianco ed una mantellina di colore viola. Seguivano le statue in base all’ordine in cui i Misteri Dolorosi vengono recitati. L’Arciprete procedeva davanti la statua della Madonna Addolorata, dietro alla quale vi erano i gruppi parrocchiali femminili, come l’Azione Cattolica o le figlie di Maria, bellissima associazione quest’ultima, purtroppo non più esistente, dove le donne indossavano una gonna nera ed una camicetta bianca, portando a turno la bandiera italiana e lo stendardo, vessillo dell’associazione. Dietro la statua del Cristo morto, invece, procedevano gli uomini. La processione era accompagnata dalla banda musicale, che alternava l’esecuzione di brani davvero struggenti, al canto delle donne rivolte al Cristo agonizzante e a Maria Addolorata. Quando, ormai al crepuscolo, la processione percorreva la strada del ritorno, tutto il costone che da punta Pacì arriva fino a Monacena era illuminato a giorno dai numerosi focolai di fasci di erba secca, realizzati proprio per questa occasione. Ma, a detta delle persone che hanno vissuto questi momenti, il più commovente era quando, a tarda sera, la processione faceva il giro di piazza san Rocco prima di fare ritorno in chiesa. Era difficile trattenere la commozione alla vista di Maria e al suono lento e dolce della banda e c’è da crederci visto che a distanza di molti anni, quando si rievocano questi momenti, a chi li ha vissuti in prima persona si riempiono gli occhi di lacrime per l’emozione. L’origine di questa tradizione è incerta, ma sicuramente antichissima. Inizialmente ad ogni chiesa corrispondeva una statua, come ad esempio il Cristo morto, che apparteneva alla chiesa di Spirito Santo, o il Cristo crocifisso alla quella di Porto Salvo.
Nel corso degli anni sono state sostituite più volte le statue e delle più antiche rimangono solo alcune teste o frammenti di esse. Delle statue complete, le più antiche sono la Madonna Addolorata, che indossa abiti in stoffa,Cristo crocifisso, Cristo deposto, Cristo flagellato alla colonna e Cristo deriso incoronato di spine e di scettro (canna). A queste, intorno alla metà degli anni ’50, si sono aggiunte: Cristo nell’orto degli ulivi, Cristo mentre porta la Croce e Cristo incoronato di spine e vestito di porpora.



E’naturale comprendere l’importanza affettiva e artistica che queste opere ricoprono, purtroppo però anch’esse stanno subendo la “furia iconoclasta”di questi ultimi anni.Infatti,la statua di Cristo nell’orto degli ulivi e quelle di Cristo che trasporta la Croce e di Cristo incoronato di spine e vestito di porpora,sono depositate nell’avancorpo della chiesa di san Giuseppe, in attesa che l’umidità e la polvere facciano il loro dovere, mentre - per quanto riguarda il Cristo flagellato alla colonna - una finestra lasciata aperta incautamente nei matronei della chiesa Matrice, a causa del forte vento gli è sbattuta addosso troncandogli le braccia: cosa che ha provocato purtroppo l’ilarità dei responsabili della tutela del patrimonio artistico parrocchiale. Solo il Cristo in Croce e il Cristo deposto sono stati restaurati ad opera di Don Mimmo Maturano e collocate nell’ormai stravolta cappella delle confessioni. Il mio intento - nello scrivere queste righe - è sia quello di far ricordare, a chi li ha vissuti, e rivivere, sia pur con l’immaginazione, a chi come me non ne ha avuto la possibilità per la giovane età, momenti bellissimi ed importanti del nostro passato; sia quello di svegliare le coscienze per cercare di invertire la tendenza distruttrice che sta investendo le nostre opere e la nostra storia!

Rocco Panuccio

19 marzo 2008

L'AVIS a Scilla






L’ AVIS è stata fondata a Milano nel 1927 dal dott. Vittorio Formentano, si costituisce come Associazione Volontari Italiani del Sangue nel 1946 ed è riconosciuta come un’organizzazione non lucrativa di utilità sociale.
E’ una delle associazioni democratiche per eccellenza e che il sangue donato è per tutti coloro che ne hanno bisogno sia grandi che piccoli.
L’associazione Volontari Italiani del Sangue sezione comunale di Scilla venne fondata nel maggio del 1998, e quest’anno compie i 10 anni di attività, abbracciando in onore dell’evento numerose iniziative che coinvolgono le scuole medie del nostro comprensorio. La prima attività coinvolgerà le prime e le seconde classi che si cimenteranno ad inventare un logo per i 10 anni, al disegno prescelto andrà in regalo un i-pod, mp3 e films. Ancora partecipe è la scuola media, ma stavolta le terze classi che scriveranno un tema prima di Pasqua a proposito della donazione. Quest’ultima iniziativa viene ripetuta per la terza volta con la novità che quest’anno sono comprese le terze classi delle frazioni di Melia e Solano. La premiazione, che avverrà giorno 28 marzo, vedrà vincitori i migliori tre temi ai quali verrà corrisposto un i-pod per ognuno ed un piccolo ricordino per tutti i partecipanti. Inoltre nello stesso giorno verrà presentato il logo per il decimo anno di attività.
Chiunque può donare purchè abbia un età compresa tra i 18 e i 65 anni ed un peso corporeo non inferiore ai 50kg. L’aspirante donatore come da routine verrà sottoposto ad un colloquio e ad una visita medica per accertare la presenza di controindicazioni alla donazione, espletato tutto ciò verrà sottoposto a tutti i controlli stabiliti dalla legge al fine di tutelare la sua salute e quella del ricevente. Attualmente le donazioni si svolgono tutti i martedì presso l’Ospedale Scillesi d’America dalle 8.15 alle 10.30 con l’inserimento della giornata del sabato durante qualche festività come quella di San Rocco ad agosto e il sabato di Pasqua di giorno 22 c.m.
In questi ultimi anni l’attività della comunale sezione dell’AVIS ha fatto registrare un notevole aumento delle donazioni, circa il 15%, in modo tale da portare l’ospedale Scillesi d’America alla quasi autosufficienza delle trasfusioni. Questo lo dimostra anche il grafico riguardante l’andamento delle donazioni dalla fondazione della sezione AVIS ad oggi.
Con questo articolo scillachiese vuole fare arrivare a più persone possibili il nobile gesto che è la DONAZIONE, sperando che i risultati ottenuti fin ora siano superati a dismisura e che le molte persone che hanno contribuito ad oggi al raggiungimento dei fini sperati continuino a svolgere il loro dovere sociale e che molte altre che ancora non ne hanno avuto la possibilità siano spinte a farlo al più presto.
Per qualsiasi informazione riguardante la sezione AVIS di Scilla, il blog inserisce un link per accedere direttamente al sito internet dove è possibile ricevere tutte le informazioni necessarie e per iscriversi all’associazione.

16 marzo 2008

Domenica delle Palme, Gesù entra a Gerusalemme

Oggi Gesù a dorso di un asino entra a Gerusalemme, dopo i quaranta giorni passati nel deserto, egli è accolto ed acclamato da tutti, riconosciuto quale figlio di David, osannato e acclamato come un re, ma Gesù sa che da li a pochi giorni molti di coloro che lo acclamano lo condanneranno a morte.

12 marzo 2008

La Festa di San Giuseppe


La prima festa dell’anno liturgico della parrocchia scillese è la festa di San Giuseppe. Come molti non sanno la devozione verso la Santa Vergine, o verso i Santi nasce o da eventi particolari come apparizioni, prodigi, ecc, o da devozioni personali nati da esperienze di fede dove la Santa Trinità si manifesta attraverso un Santo particolare. In questo caso il Santo è del tutto particolare perché è San Giuseppe, colui che è stato chiamato a fare da padre a Gesù, ed essere Custode della Santa Famiglia. Questa devozione si deve a Don Giuseppe Bova prete di Scilla, il quale aveva una profonda Fede nel Santo Patriarca che lo portò ad innalzare un altare in suo onore, nell’antica chiesa della SS Annunziata a Chianalea, chiesa del convento dei padri Crociferi, e stabilì che alla sua morte egli fosse sepolto accanto all’altare di San Giuseppe e così avvenne nel 1783.
Nel 1750 anno Santo due fratelli Giacomo e Nunzio Matrà, insieme alla loro ciurma vivevano un periodo di difficoltà dato che da molto tempo non riuscivano ad avere un buon pescato, sicuri di essere ascoltati innalzarono preghiere a San Giuseppe affinchè li aiutasse in questa difficoltà. Il Santo Patriarca ascoltò le preghiere dei suoi devoti e gli stessi fecero una pesca così fruttuosa che decisero di fare una statua da portare in processione, quest’incarico fù dato al Canonico Ingegneri..
così ebbe inizio nell’anno Santo 1750 la devozione popolare a San Giuseppe.Ogni anno nel mese di marzo la comunità scillese si è sempre riunita nella chiesa del Santo come in un pellegrinaggio ognuno andava a trovare San Giuseppe, a fare la novena, a stare davanti al Santissimo che durante i giorni della festa veniva esposto per l’adorazione, si in pellegrinaggio!! perché non conta la durata o la lontananza del luogo dove sorge la chiesa ma è la predisposizione dell’animo. Per molti era l’occasione per riconciliarsi sia con Dio, che con chi si era lontani, tutti insieme in un incotro corale Negli ultimi anni sono stati organizzati incontri con tutte le associazioni anche parocchiali, col fini di conoscersi, e far incontrare Cristo e la sua chiesa a tutti gli ambienti sia lavorativi che culturali che giovanili di Scilla. Oltretutto questa era un’occasione per le famiglie per ritrovarsi nel nome di San Giuseppe, incontrarsi stare insieme anche con i parenti lontani che per l’occasione ritornavano in famiglia, si creava una comunione anche con chi era lontano ma non gli era possibile ritonare ma con il pensiero e l’animo era nel suo paese. Tutto questo purtroppo non accade più, forse tutto è perduto questo non lo so, per alcuni sembrerò un nostalgico ma chi ha vissuto tutto questo, e vede la frattura che si è creata non può dire che togliere un’esperienza di fede del genere ha portato migliorie alla vita comunitaria della parrocchia, certo è che chi cerca esperienze particolari, che molte volte non fanno altro che sviare dalla retta via, queste cose sicure che hanno formato e mantenuto la fede viva per secoli sembreranno cose banali, sorpassate, non moderne, certo è che vivere l’esempio di un Santo non è facile, e di un Santo come San Giuseppe non lo è per niente…. l’invito del Santo Patriarca è di vivere la fede con mitezza d’animo, di essere compassionevoli , non cercare il proprio interesse, o gli elogi del popolo, di vivere nella riservatezza del proprio intimo il rapporto e i doni che Dio ci elargisce nella fede, di essere disposti a tutto, calunniati derisi e infangati per amore di Cristo e della Sua Chiesa
Costantino


08 marzo 2008

Nostra Signora di Lourdes a Reggio Calabria

By Costantino e Alex

Era l’undici febbraio 1858 quando nella città francese di Lourdes,appariva per la prima volta alla piccola Bernadette Soubirous,contadina appena quattordicenne, la Bella Signora. Quest’anno ricorre il 150°anniversario di questo evento straordinario che ha fatto di Lourdes, il centro più visitato dai pellegrini di tutto il mondo. Per festeggiare tale ricorrenza dopo che l’undici febbraio del 2007 Papa Benedetto XVI ha incoronato l’immagine della Madonna di Lourdes nella basilica di San Pietro è iniziato il pellegrinaggio della Sacra Effige che ha toccato e toccherà tutte le diocesi italiane. Mercoledì 5 marzo la Statua ha toccato le sponde reggine, arrivando a bordo di una motovedetta della Guardia Costiera nell’Arena “Ciccio Franco”, dove ad aspettarla vi era l’Arcivescovo Metropolita Mons. Vittorio Mondello che ha accompagnato la Vergine Maria portata sulle spalle, dal lungomare Falcomatà fino alla Basilica Cattedrale, alla presenza di una vera marea di persone che tenendo in mano tante candele accese, davano alle strade percorse le sembianze di un meraviglioso cielo stellato. La Statua sosterà in Basilica fino a sabato pomeriggio,ed ogni giorno visiterà i luoghi di sofferenza, come le carceri, visitate giovedì mattina, o gli ospedali cittadini nel pomeriggio dello stesso giorno e la mattina di venerdì. Ovviamente vi è la presenza attiva del clero reggino, dei vari ordini religiosi diocesani, e soprattutto dell’associazione Unitalsi,sempre attiva e partecipe riguardo tutte le persone meno fortunate di noi. Questa esperienza bellissima resterà per sempre nei nostri cuori, che colmi di gioia e di amore filiale hanno consegnato nelle mani di Maria le nostre sofferenze ed i nostri bisogni,con la certezza che la Madre celeste non tarderà, con la sua intercessione presso Dio, ad alleviare le sofferenze corporali e spirituali che ci affliggono .

ROCCO PANUCCIO

04 marzo 2008

La riesumazione di San Pio di Pietrelcina


Domenica 2 marzo, tra le 22 e le 24, a San Giovanni Rotondo un ennesimo miracolo; dopo 40 lunghi anni, presso la cripta della chiesa di Santa Maria delle Grazie, viene riesumata la salma di San Pio di Pietrelcina, ritrovata in ottime condizioni.
L’evento era Presieduto da mons. Domenico Umberto D’Ambosio, Arcivescovo di Manfredonia – Vieste – San Giovanni Rotondo, affiancato dal tribunale dei frati cappuccini e dalla commissione dei periti per l’esumazione e la ricognizione canonica indetti dal vaticano. Erano Presenti anche le due persone alle quali San Pio ha fatto il miracolo della guarigione, alcuni nipoti del santo e dei testimoni presenti il 26 settembre del 1968 alle 22:30, nella cripta durante la deposizione della salma le quali hanno confermato di aver trovato il sepolcro nelle stesse condizioni in cui è stato lasciato dopo la tumulazione.
Il Feretro, dalla descrizione del vescovo mons. Domenico, fu ritrovato perfettamente con i sei sigilli di cera lacca sulle sei viti. Come gia si sapeva, la cassa era composta da tre strati, Alluminio, Legno e Zinco per una migliore conservazione. Durante l’apertura, una volta tolto l’ultimo strato, cioè quello di zinco, vi era una lastra di vetro, la quale era appannata dalla forte umidità provocata dall’intonaco della fossa ancora fresco quando fu chiuso nel ’68.
Alla fine c’è stata la testimonianza del vescovo che ha detto: “Sin dall’inizio si vedeva chiaramente la barba. La parte superiore del teschio è in parte scheletrita, il mento è perfetto, il resto del corpo è conservato bene. Si vedono benissimo le ginocchia, le mani, i mezzi guanti e le unghie. Se Padre Pio mi permette, e come se fosse passato da un manicure”.
Naturalmente tutta la riesumazione fu animata da una liturgia ricca di canti da parte dei frati cappuccini presenti nella cripta, e all’esterno della chiesa, numerosi i fedeli che pregavano al centro della piazza attorno ad una croce formando una lucente fiaccolata in onore al santo amato da molti.
La salma verrà esposta al pubblico, dopo tutti i giusti trattamenti, a partire dal 24 aprile c.a. sempre nella stessa cripta, dove il santo ha riposato per quarant’anni, posto dentro una bara di vetro affinché tutti i fedeli lo potranno vedere e soprattutto pregare attorno ed insieme a lui.
Come diceva Padre Pio: “ Pregate, Pregate, Pregate.”
Alessandro

03 marzo 2008

La Chiesa dello Spirito Santo a Scilla


La Chiesa di Spirito Santo sorge nel quartiere di Marina Grande ai piedi del rione Spirito Santo, che prende il nome dall’omonima Chiesa.
Prima di tratteggiare l’attuale edificio sacro è doveroso ripercorrere con le poche notizie a disposizione le sue origini.
Prima dell’attuale edificio ve ne era un altro e questo si des
ume, da una lapide murata all’esterno della sacrestia:


D. O .M . S
ET MEMORIAE
NAVITARUM SPIRITUS SANCTI
CONFRATRUM
QUI ECCLESIAM PER ANGUSTIAM
QUATOR AB HINC PASSIBUS DISSITAM
HABENTES
AUGENDI GRATIA CULTUM ERGA CONSOLATOREM
OPTIMUM
TEMPLUM HOC
JOANNE BAVIERA RECTORE
SACER. ANTONINO BRANCATI MESSANENSI
ARCHITECTO
AMPLORI SITU PROIIS SUMPTIBUS
MAGNA CURA ET LABORE
CONSTRUXERUNT
VII KAL DECEMBRIS AD MDCCLII
R . A . C . F .

Dalla traduzione di questa scritta si comprende che la Chiesa attuale è stata consacrata il 7 Dicembre 1752 sul luogo di una precedente, più piccola di quattro passi misurati dal luogo dov’è murata la lapide. Si desume inoltre che il nuovo tempio fù costruito, con sacrifici, dalla confraternita dei marinai dello Spirito Santo; rettore della confraternita era Giovanni Baviera, mentre Antonino Brancati è uno architetto e decoratore messinese del tempo. A questo punto è doveroso dare qualche notizia sulla confraternita. Essa fù costituita con uno statuto approvato dal Re Ferdinando IV, a seguito di una relazione fatta dal regio cappellano maggiore e con l’impostazione voluta dalla reale Camera di S. Chiara il 23 Novembre 1778.
Il rettore curava l’amministrazione della chiesa, la quale si governava con le elemosine di tutti i marinai i quali, si erano (congregati di corrispondere la quarte parte de’ di loro viaggi , e traffici che sogliono fare colle di loro feluche).
Così nasceva la confraternita di Spirito Santo che era abbastanza ricca, e cio’ lo si capisce dalla maestosità dall’edificio ricostruito nel periodo in cui i rapporti commerciali con l’adriatico erano abbastanza floridi.
Ritornando nuovamente alle vicende storiche, l’edificio fù risparmiato dal terribile terremotodel 1783, ma non rimase indenne dal successivo maremoto, descritto dal Can. Giovanni Minasi nel suo libro “Notizie storiche sulla città di Scilla”.
Sembra che a cedere sia stata la volta e la copertura , in quanto è possibile che l’onda di maremoto, penetrando in chiesa li abbia investite dal basso. I muri e gli elementi architettonici sembrano aver resistito, tanto da consentire un rapido restauro, tornando a risorgere più bella di prima.


La Chiesa non patì i terremoti del 1807, 1894, 1905, 1908.
Subì danni durante la seconda guerra mondiale quando una bomba centrò un’abitazione vicina, le cui macerie si riversarono sulla chiesa distruggendo le prime quattro campate della volta. Il tetto fù rifatto subito, grazie alle braccia generose delle persone del posto, mentre la volta fù ricostruita negli anni cinquanta con un intervento della Soprintendenza ai Beni Culturali.
Fù però danneggiata dalla mareggiata della notte di Capodanno del 1980. Le onde distrussero parte della sacrestia, non più riedificata fino ad oggi, invadendo cosi’ la navata della chiesa , spaccando banchi, porte, confessionali e recando non pochi danni , ancor oggi visibili, ai marmi e ai muri della chiesa.

Da Maggio 2007 l’edificio è interessato da lavori di rifacimento e consolidamento dell’esterno.
Questo luogo sacro, voluto dalla tenacia dei nostri antenati e che ha visto nascere, crescere e morire nella fede in Cristo tantissime persone, si trova chiuso per volontà del novello arciprete coadiuvato da poche persone che tutto fanno tranne che amare la propria Scilla e la sua gente.
Comunque la Chiesa di Spirita Santo, nonostante le calamità naturali e quelle umane, c’è ed è ancora bella.

Fontana Giuseppe